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Domenica, 28 Aprile 2024
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È morto Ivo Saglietti: l’inizio dell’attività a Torino, il giro del mondo e il premio "World Press Foto" nel 1992

In un’intervista disse che in una fotografia cercava "Un istante di Umanità"

 Il fotografo Ivo Saglietti è morto in un ospedale di Genova sabato mattina a 75 anni. Aveva iniziato la carriera a Torino come cineoperatore, producendo alcuni reportages di tipo politico e sociale, poi era passato al documentarismo cinematografico e solo dopo era approdato alla fotografia.

Nato a Tolone, dopo gli esordi a Torino si trasferisce a Parigi nel 1978 dove stringe amicizia con alcune importanti figure professionali nel mondo del fotogiornalismo, tra cui Mario Dondero. Da qui iniziano i suoi viaggi come reporter-photographe, dapprima con agenzie francesi, in seguito per conto di agenzie americane e per giornali internazionali (Newsweek, Der Siegel, Time, The New York Times), per i quali "copre" situazioni di crisi e di conflitto in America Latina, Africa, Balcani, Medio Oriente.

Nel 1992 conquista il premio World Press Photo (nella categoria Daily Life, stories) con un servizio su un'epidemia di colera in Perù e nel 1999 la menzione d'onore allo stesso concorso per un reportage sul Kosovo. Nello stesso tempo inizia a lavorare su progetti a lungo termine: "Il Rumore delle Sciabole" (1986-1988), suo primo progetto e libro, documenta la società cilena durante gli ultimi due anni della dittatura militare del Generale Augusto Pinochet.

Successivamente si rivolge sempre di più verso progetti personali di documentazione che gli permettono di affrontare una storia in modo più articolato e meno condizionato dalle esigenze e richieste dei settimanali, come nel reportage che ripercorre la via della tratta degli schiavi dal Benin alle piantagioni di canna da zucchero della Repubblica Dominicana e di Haiti, o come in quello sulle tre malattie che devastano i paesi del terzo mondo - aids, malaria e tubercolosi - realizzati negli anni Novanta e Duemila.

“È questo ciò che semplicemente cerco in una fotografia: un istante di Umanità”, questo rivelò in un’intervista per Nikon School.  
 

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