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"4 Ristoranti", a Torino e dintorni girata una puntata della trasmissione con lo chef Alessandro Borghese

Le immagini di lancio della puntata sono state riprese al Castello di Avigliana

Nuove puntate per la trasmissione tv "4 Ristoranti" (edizione 2022) con lo chef Alessandro Borghese quale giudice supremo della sfida tra ristoratori italiani e torinesi. Domenica 15 maggio alle 21,15 andrà in onda su Sky Italia una delle nuove puntate della trasmissione "4 Ristoranti" girata a Torino e dintorni. Le immagini di lancio della puntata, con Alessandro Borghese, sono state riprese nel marzo 2021 al Castello di Avigliana.

Il comune di Avigliana rivela in anteprima alcune foto di backstage mentre in questi giorni anche il conduttore Alessandro Borghese annuncia: "La nuova edizione di #Ale4ristoranti sta arrivando!" ...e se lo dice Jon Snow! Hahahahaha. Da domenica 15 maggio su @skyitalia The new edition of #Ale4Ristoranti is coming!".

Borghese 4 ristoranti-3

Lo show – produzione originale Sky realizzata da Banijay Italia – riparte da domenica 15 maggio, per sette settimane, su Sky e in streaming su NOW. Ritorna così, con 7 episodi inediti, il programma che vede i ristoratori sfidarsi con l’irrinunciabile pagella da stilare a fine pasto. Immutato il meccanismo alla base di “Alessandro Borghese 4 Ristoranti”: quattro ristoratori con qualcosa in comune, ognuno desideroso di dimostrare di essere il migliore, in gara per ottenere il “dieci” dello chef Borghese. In questo nuovo viaggio chef Borghese visiterà alcuni dei luoghi più affascinanti e caratteristici d’Italia: da Alghero a Grado (Gorizia), dal Molise a Verona, da Gubbio (Perugia) fino a Milano. Alessandro Borghese sarà a Torino alla ricerca del miglior ristopub del capoluogo piemontese. In gara dunque, nel primo appuntamento, ci sono Massimo del Six Nations – Murphy’s Pub, Pierpaolo di The Overbridge Pub, Luciano col suo Connery Pub, Luca e il suo The Shamrock Inn.

I ristoranti del primo episodio girato a Torino: la descrizione di "Alessandro Borghese 4 Ristoranti"

The Shamrock Inn nella storica via Vittorio Emanuele II, è il primo Irish pub aperto a Torino, già nel 1995; Luca lo ha rilevato con gli amici di sempre per una questione sentimentale: era il pub in cui andava a far festa da ragazzino e vederlo chiuso era insopportabile. Luca nel suo locale unisce serietà e leggerezza. Lo stesso accade anche nel menù: Luca contamina la tradizione anglosassone dell’Irish stew, del Sunday Roast e del Fish&Chips con piatti della cucina italiana tra cui la pasta all’arrabbiata, quella con le verdure o gli gnocchi con formaggi della zona. L’arredamento del The Shamrock Inn è stato studiato a tavolino da un architetto irlandese che ha portato tutto da lì: su due piani, ha una scenografica scalinata centrale da cui può calare un maxischermo per le partite; ci sono varie stanze con stili diversi: una verde con le panche in legno, una rossa un po’ più elegante e una grande e ariosa, luminosa per essere in un pub. La connotazione irlandese è data da una serie di pubblicità vintage appese alle pareti e di suppellettili sparsi tra le sale. Ci sono flipper, calcio balilla e un arcade, videogioco tipico degli anni ’80 (tutti elementi che Luca considera fondamentali in un pub). Peculiarità del locale è la tradizionale campana posta sopra il bancone che a 10 minuti dalla chiusura richiama i clienti per 'The last order', l’ultima ordinazione della serata.
 
Connery Pub: Luciano è innamorato pazzo della cultura Scottish, ma soprattutto fan sfegatato di Sean Connery, che secondo lui incarna lo spirito indipendentista scozzese. Il Connery è una vera e propria public house, gli arredi ricordano un salotto accogliente dove ospitare i clienti come fossero amici e dove il servizio al tavolo è imprescindibile. Non ci sono freccette, maxischermi o biliardo perché, secondo lui, "la gente vuole rilassarsi senza schiamazzi". Il menù, un tempo legatissimo alla cultura scottish, si è adattato al mercato italiano e ora mescola piatti tipici scozzesi o cucinati con whiskey a primi italiani come l'amatriciana e la carbonara; in più, c’è anche un’offerta vegana. Alcuni piatti sono dedicati a Connery, tra cui la “pasta Sean”, quella “Connery” e la “Merenda degli Intoccabili”, dal film con cui Connery vinse l’Oscar. Il Connery Pub ha la particolarità di essere al piano rialzato di un condominio: non ha vetrate sulla strada, ma solo le finestre di quello che era, a tutti gli effetti, un appartamento. Il locale dentro ha tre stanze: la prima occupata dal bancone, la seconda ampia coi tavoli in marmo, la carta da parati e i divanetti in tessuto, la terza al piano inferiore sempre nello stesso stile. Le pareti sono – ovviamente – tappezzate da immagini di Sean Connery: giovane 007, papà di Indiana Jones, lui agli Oscar e anche lui in mutande… l’intimo della star, infatti, è incorniciato e autografato proprio vicino al bancone.
 
Six Nations – Murphy’s Pub: sorge nel centro di Torino, in Via Vittorio Emanuele II, dove fu fondato il birrificio Boringhieri. Massimo vuole portare un angolo di Irlanda in città: integralista e purista dell'autentica filosofia del pub, tanto da lavorare rigorosamente in kilt, non accetta contaminazioni. Fedele alla cultura irlandese da quando se ne innamorò nei suoi viaggi, propone un menu fatto di piatti tipici come Fish&Chips, hamburger ma soprattutto ostriche da abbinare alla birra ("altro che champagne!", dice), stinco di maiale alla birra, stufato di beef irlandese, Dublin Coddle (salsiccia e patate). Non ammette né primi piatti italiani né pizza e ci tiene a spillare la birra in modo diverso a seconda della sua provenienza (tedesca, belga, inglese, ecc). L’orgoglio di Massimo è il bancone, impreziosito dai buchetti lasciati dai tacchi delle ballerine e dalle strisciate dei boccali di birre servite. Non c'è servizio di ordinazione al tavolo, ma il cliente ordina il cibo e la birra direttamente al bancone. Il locale è su due piani ed è molto grande: al piano terra l’ingresso è occupato dal bancone con le birre alla spina e la selezione di whiskey. Sulle pareti appaiono le scritte dei clienti accumulate nel tempo e i maxischermi per vedere sport, dal calcio al rugby. Oltre al bancone principale ne ha un secondo al piano terra e un terzo a scomparsa al primo piano. Al piano superiore ci sono la sala del biliardo, quella delle freccette, una dedicata al mondo della pesca, un’altra per i non fumatori, ma la più particolare è sicuramente quella che riproduce la cucina di una casa antica, rimando alla cultura popolare e casalinga delle public house.
 
The Overbridge Pub: Pierpaolo, cresciuto in una famiglia di “pubbari”, ha un modo più elastico (e furbo) di gestire il pub. Due anni fa, dopo un folgorante viaggio a Londra, ha rilevato un Irish pub trasformandolo in English pub per renderlo, a suo dire, "più elegante, più curato, meno spartano", ma anche meno integralista, perfetto per strizzare un occhio al mercato italiano e l'altro a qualsiasi cosa sia vendibile, anche i tacos messicani: "Mi sento un ponte tra varie culture - dice Pierpaolo -. Mi ispiro a Londra che è la culla delle culture, c'è di tutto, anche il cibo messicano, quindi perché nel mio English Pub non posso servire i tacos?".
Oltre a questa visione un po’ da mercante, ha anche un’offerta fedele alla tradizione inglese: English Breakfast, Sheperd's Pie, Fish&Chips… senza però dimenticare quella italiana e quella piemontese con piatti come la tagliata di fassona o gli straccetti alla paprika. Per Pierpaolo vale una sola regola: "I clienti italiani non amano troppa schiuma, e io li accontento". Il locale – oltre al dehors esterno molto ampio – è composto da un’unica grande sala interna tutta di legno e intonaco giallo, con il bancone centrale a farla da padrone. Alle pareti compare dell’oggettistica autentica, frutto di ricerche di Pierpaolo in mercatini dell’usato: da cimeli di guerra (ci sono un fucile e un elmo) a libri inglesi di inizio ‘900. All’ingresso c’è un murales con un ponte che svetta sullo skyline di Torino. Per non snaturare la storia del locale, nato come Irish pub, Pierpaolo ha lasciato qualche richiamo dell’originale come alcuni trifogli irlandesi e una cartina geografica del Paese.
 

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