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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro / Via Giuseppe Barbaroux

Musy, fermato l'aggressore. Tre i moventi per il tentato omicidio

Si chiama Francesco Furchi, ha 50 anni. Alle ultime elezioni comunali a Torino era candidato nella lista Alleanza per Torino, che sosteneva la candidatura a sindaco di Musy. Tre i moventi secondo gli investigatori

Francesco Furchì, un faccendiere e affarista di cinquant'anni, presidente dell'associazione culturale Magna Grecia Millenium, azionista Arenaways ed ex candidato alle elezioni amministrative. E' lui l'uomo in stato di fermo accusato di tentato omicidio per l'agguato ad Alberto Musy. "Un'indagine lunghissima e provante", come l'ha definita il procuratore Gian Carlo Caselli, ha portato all'individuazione di quella persona che si vedeva nei filmati con indosso un casco nero e che sparò la mattina del 21 marzo 2012 al consigliere comunale dell'Udc.

Dieci mesi di indagini senza sosta, con centinaia di persone interrogate e messe sotto la lente di ingrandimento. Gli investigatori si sono trasformati in questo periodo in "cercatori d'oro", setacciando sempre più gli indizi e i sospettati, fino ad arrivare all'interrogatorio finale di questa notte. L'indagine non è ancora chiusa, ma Caselli ha confermato che le prove sono sufficienti per l'accusa. Inoltre Furchì conosceva bene la zona in cui abita Musy, tanto da mascherarsi di fronte alle telecamere e da sparire nel nulla subito dopo l'aggressione.

LA MOGLIE DI MUSY: VOGLIO INCONTRARE L'AGGRESSORE

TRE I MOVENTI - Sono tre i motivi per cui Francesco Furchì avrebbe sparato a Musy. In primo luogo l'indagato contestava al consigliere comunale il mancato appoggio ad un suo conoscente per una cattedra all'Università di Palermo. Musy faceva parte della Commissione, ma la persona segnalata venne respinta.

In secondo luogo Furchì era rimasto deluso dalla mancata assegnazione di un posto comunale dopo essersi speso durante la campagna elettorale di Musy, nelle ultime elezioni amministrative era candidato sindaco. Furchì stesso era candidato per un posto in consiglio comunale con la lista Alleanza per Torino, senza tuttavia ottenere i voti necessari per essere eletto.

Terzo motivo, e forse il principale, è stato il mancato impegno, secondo l'aggressore, di Alberto Musy nell'aiutarlo nella scalata in Arenaways, la società concorrente di Trenitalia, in cui Furchì aveva investito un cifra consistente. Questi i tre principali motivi che avrebbero portato alla decisione di mettere in atto l'agguato la mattina del 21 marzo.

Agguato in via Barbaroux ad Alberto Musy

PERSONALITA' VIOLENTA - Gli investigatori hanno seguito in diverse occasioni Francesco Furchì. Il quadro caratteriale che ne è uscito fuori è quello di una persona violenta e vendicativa. Probabilmente nutriva un fortissimo risentimento nei confronti di Musy, quasi un odio infinito. Inoltre dalle indagini è stato accertato che aveva anche rapporti stretti con persone pregiudicate, il che ha aumentato i sospetti su di lui. Negli ultimi tre mesi l'indagine ha subito una forte accelerata e il cerchio si è sempre più stretto intorno a lui.

IL VIDEO DELL'AGGRESSORE

NESSUN ALIBI - Fondamentale per l'individuazione dell'aggressore è stato l'accertamento che Furchì si trovasse nella zona di via Barbaroux quella mattina. Alcune chiamate ne hanno dato la conferma, ma lui, sotto interrogatorio, non ha saputo dare una spiegazione plausibile né un alibi. Non ha confermato di essere stato lui a sparare, ma quello che ha detto non ha contraddetto la tesi fatta nei suoi confronti.

Conferenza fermo aggressore Alberto Musy

MALFORMAZIONI AFFATTO COMUNI - Il procuratore Gian Carlo Caselli svela un altro particolare assolutamente fondamentale per la svolta nelle indagini. La Questura si è avvalsa della consulenza del Politecnico di Torino e di una consulenza medico legale, a cui si è risaliti all'aspetto fisico dell'aggressore (altezza, larghezza spalle, …) e si è individuata una malformazione "niente affatto comune" che causava una leggera zoppicata dell'uomo che si vedeva nei filmati. Questi dati sono stati poi confrontati con il soggetto fermato e c'è stata il riscontro tanto atteso.

L'indagine mastodontica non è ancora terminata comunque. Resta ancora da capire se qualcuno abbia aiutato Francesco Furchì o se abbia fatto tutto da solo. Inoltre non è ancora stata ritrovata l'arma utilizzata per l'aggressione, né il casco nero utilizzato per celarsi di fronte alle telecamere.

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