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Il debutto "imbarazzato" del Carignano: autorità e pubblico sfilano tra i lavoratori in protesta

Flash mob dei lavoratori dello spettacolo

Alla prima della stagione estiva del Teatro Carignano di Torino ieri sera, lunedì 15 giugno, c'erano pure loro, i lavoratori a intermittenza dello spettacolo. Non occupavano però il loro posto per far funzionare la macchina del teatro e non erano neppure seduti su una delle tante poltrone - rigorosamente distanziate - per godersi lo spettacolo; erano fuori, in piazza, davanti all'ingresso del Carignano, sotto la pioggia e stavano manifestando. 

Chiunque ieri sera è entrato al Carignano è dovuto passare in mezzo a loro senza poterli ignorare. Tra questi Sebastian Schwarz, sovrintendente di quel Teatro Regio che è nell'occhio del ciclone per l'indagine della Guardia di Finanza e per la proposta di commissariamento avanzata dalla sindaca Chiara Appendino. In mezzo ai tanti lavoratori è sfilata anche l'assessora alla Cultura del Comune di Torino, Francesca Leon, che si è limitata a prendere il volantino che i lavoratori stavano distribuendo per poi mettersi in coda per andare a occupare il proprio posto in platea. 

"Noi non siamo contro la riapertura del Teatro Carignano, anzi ben venga perché siamo felici che ci siano colleghi che ricominciano a lavorare", spiega Elia Balbo del coordinamento Lavoratori e Lavoratrici dello Spettacolo Piemonte, "Il problema della riapertura è che messa così come l'ha voluta il Governo non è per tutti, perché se lo possono permettere i grandi enti e non tutte quelle piccole realtà che dalla metropoli, fino ai territori diffusi non possono permettersi di ricominciare a lavorare a queste condizioni". Per i lavoratori dello spettacolo quella del Governo è una mossa politica per svincolarsi dalla necessità di mettere in campo nuovi ammortizzatori sociali e aiuti al reddito per tutti i lavoratori che non ricominceranno a lavorare. I lavoratori hanno stimato che in Piemonte ripartità solo il 10% dei lavoratori dello spettacolo. 

Filippo Fonsatti, il direttore del Teatro Stabile di Torino, ha voluto portare la propria solidarietà ai lavoratori che ieri sera sono scesi in piazza: "Con un certo imbarazzo dico loro che noi cerchiamo di dare il buon esempio, ma che purtroppo le limitazioni, anche solo per il numero di attori sul palcoscenino per il distanziamento, ci consentono di fare produzioni limitate e la ricaduta occupazionale non è così significativa come potrebbe. Puntiamo sulla quantità, per la prima volta saremo aperti tre mesi per tutta l'estate compreso agosto e coinvolgeremo oltre 100 lavoratori tra attori, tecnici, macchinisti, attrezzisti, sarte, ecc".

"Dobbiamo tornare a ristabilire una normalità, una dignità salariale e un reddito che garantisca dignità a questi giovani", ha continuato Fonasatti che poi ha parlato del futuro del teatro, "Credo che la sofferenza del teatro indipendenti in questi mesi sia stata enorme e nei prossimi ci sarà da soffrire ancora parecchio. Dobbiamo sostenere le compagnie emergenti e i giovani perché il rischio altrimenti sarà una desertificazione. Spero di un ritorno rapido a una nuova normalità. Noi che siamo grandi istituzioni pubbliche abbiamo il dovere di sostenere, includere e offrire opportunità di lavoro anche ai giovani artisti perché rischiamo di bruciare un'intera generazione". 

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