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Automotive: in 14 anni prodotte 200.000 vetture in meno e persi 9.000 posti di lavoro

Allarme lanciato dai sindacati: "Il Piemonte non è più una regione competitiva"

Il Piemonte non è più una regione del Nord. È questa la fotografia, allarmante e drammatica, che viene scattata dai sindacati attraverso una scrupolosa analisi dei dati economici degli ultimi anni. 

La forza economica della nostra regione, stando ai dati che riguardano il prodotto interno lordo (PIL) per abitante, nel 2018 ha fatto un rilevante balzo indietro nella classifica su base nazionale. Davanti a noi tutte le regioni del nord, ma anche Lazio, Toscana ed Emilia Romagna. Se una volta il triangolo industriale del Paese era formato da Milano, Torino e Genova, oggi è composto da Milano, Bologna e Treviso. 

Non stupisce dunque che nel 2019 la regione Piemonte sia stata la seconda per richieste di cassa integrazione dopo la Lombardia: in totale ogni mese sono stati coinvolti 16.000 lavoratori, con un aumento del 14% rispetto al 2018. Triste primato, quello della cassa integrazione, che su base provinciale è detenuto da Torino: il torinese è la provincia italiana più cassa integrata con un aumento del 31% rispetto all'anno precedente. In totale sono state 23 milioni le ore di cassa richieste nel 2019. 

Dati che devono essere letti tenendo conto dell'andamento del mercato dell'automobile. L'Italia nel 2018 ha prodotto 670.932 automobili, davanti a noi Slovacchia (1.031.241), Repubblica Ceca (1.345.041), Regno Unito (1.519.440), Francia (1.763.300), Spagna (2.267.396) e Germania (5.120409). 

Flessione nella produzione delle automobili che ha avuto ovviamente una ripercussione drammatica anche a Torino: nel 2006 alla carrozzeria Mirafiori venivano prodotte 218.000 vetture mentre nel 2019 sono state solamente 11.181. A queste dobbiamo aggiungere le 10.000 prodotte alla Maserati, ma la sostanza non cambia. Da qui il dato più preoccupante soprattutto dal punto di vista sociale: secondo i sindacati nel settore dell'automobile negli ultimi 10 anni nel torinese sono stati persi 9.000 posti di lavoro. 

Da questi numeri i sindacati - FIOM, FIM e UILM - partiranno per discutere di come fare a risollevare un territorio che ha sempre più bisogno di una boccata di ossigeno. Lo faranno giovedì 13 febbraio e venerdì 14 febbraio durante una 48 ore di discussione in Piazza Castello a Torino. 

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