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Il Dna dei cani per beccare i padroni che non raccolgono la cacca sui marciapiedi

Mappare il Dna dei 5mila cani "residenti" a Carmagnola per combattere la maleducazione dei padroni che non raccolgono la cacca sul marciapiede. È questo in estrema sintesi il progetto che il Comune di Carmagnola sta portando avanti con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. La ricerca, sostenuta economicamente in gran parte dalla Derichebourg, ha lo scopo di incentivare la raccolta delle deiezioni canine, contrastando la cattiva abitudine di non raccoglierle.

Carmagnola è la prima città del Piemonte ha portare avanti un'iniziativa del genere ed è la seconda in tutta Italia. I prelievi, resi obbligatori, non saranno invasivi e verranno effettuati mediante tampone salivare presso il canile Comunale di Carmagnola e presso gli studi veterinari della città che aderiranno all’iniziativa, mentre l’analisi del Dna sarà a cura del laboratorio di genetica dell’Istituto Zooprofilattico.

Il progetto “Con il Dna di Fido, io mi fido!”, è stato promosso dall’assessore all’igiene urbana Massimiliano Pampaloni: “Il problema della mancata raccolta delle deiezioni canine è molto sentito dai cittadini, soprattutto dalle mamme e in particolare nei parchi giochi per bambini e nelle vie del centro storico. Abbiamo deciso di intervenire con una soluzione straordinaria, innovativa ed efficace, creando un metodo che potrà essere facilmente adottato da ogni Comune italiano che ne senta l’esigenza”.

Gli aspetti positivi dell’iniziativa sono quindi molteplici: si tutela la salute pubblica, si risolve un problema di decoro urbano e si rendono rintracciabili i cani in ogni circostanza.

L’aspetto più importante è certamente quello della tutela della salute umana e animale, come dichiara la direttrice generale dell’Istituto zooprofilattico Maria Caramelli: “Il nostro contributo scientifico è quello di mettere l’analisi genetica al servizio della lotta alle malattie degli animali in particolare quelle trasmissibili all’uomo, come le parassitosi, in significativo aumento”.

Il profilo genetico di ciascun cane, una specie di impronta digitale, verrà inserito in una banca dati, consentirà di sanzionare il proprietario che non ha raccolto le deiezioni e sarà inoltre prezioso per identificare l’animale in caso di furto o smarrimento, qualora il microchip non fosse più leggibile, o nell’accertamento delle parentele.

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