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Reddito zero da inizio epidemia e senza sussidi, i lavoratori dello spettacolo: "Vogliamo il reddito di quarantena"

SOSNOPROFIT è il nome della campagna che hanno lanciato

Si sono dovuti fermare per primi, quando ancora il Governo non aveva detto a tutti gli italiani di restare a casa. Loro, i lavoratori freelance dello spettacolo, si sono trovati a reddito zero dall'oggi al domani e per la stragrande maggioranza di loro i sussidi non sono altro che un sogno. 

A due mesi dall'inizio della quarantena si sono organizzati e hanno lanciato una campagna per chiedere diritti e tutele. A Torino Aline Privitera, dell'associazione Mettamorfosi Notturne, è una delle promotrici: "In questo momento di emergenza la nostra attività è completamente ferma. Le associazioni no profit che fanno cultura si trovano in difficoltà nel mantenimento dei propri spazi, della struttura organizzativa, amministrative e nel ricoprire le spese fisse che possiamo avere". 

La campagna #SOSNOPROFIT nasce da un gruppo che si chiama Art Worker Italia ed è composto da lavoratori dell'arte. Attori, musicisti, ma anche tecnici e tutti coloro che lavoro per la realizzazione di uno spettacolo. "Da che eravamo degli artisti siamo diventati dei precari. Il nostro obiettivo è che venga riconosciuta la natura del nostro lavoro che non è precario, ma a intermittenza", racconta Aline. 

In Francia per esempio il lavoro dello spettacolo essendo un lavoratore a intermittenza ha diritto a una disoccupazione permanente per i giorni che non lavora. Giorni che per un artista freelance sono fondamentali perché sono quelli in cui vengono creati e provati gli spettacoli che siano teatrali o musicali.

"Al sussidio del Governo hanno potuto accedere i lavoratori dello spettacolo che hanno versato 30 giornate lavorative nel 2019. Sono stati esclusi in tantissimi perché per un lavoratore dello spettacolo in un Paese come il nostro, dove il mercato culturale è in crisi, è difficilissimo accumulare 30 giornate di lavoro", spiega Aline. È stato infatti calcolato che un lavoratore dello spettacolo freelance versi una media di 20 giornate lavorative l'anno perché spesso viene considerata giornata lavorativa solo la giornata in cui lo spettacolo ha luogo. 

"Ci stiamo battendo per un reddito di quarantena che includa tutti. I tecnici per esempio sono sotto cooperative con le quali non possono accedere alla cassa integrazione e neppure al bonus. È ampia la categoria di coloro che sono rimasti fuori questo bonus", conclude Aline. 

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