Vivere in strada ai tempi del coronavirus: difficoltà, paure e speranze di un senzatetto
Vicini per difendersi dai pericoli
Non sono più del solito, ma lo sembrano. A fungere da fattore moltiplicare è la desolazione che anima il centro di Torino in questi giorni, vuota dai tanti cittacini che sono costretti a stare a casa. Loro però non hanno una casa e la strada è diventata la loro stanza da letto.
Sono i senza fissa dimora, gli ultimi, quelli che non possono rispettare le misure imposte da Governo perché non hanno un tetto sotto il quale rifugiarsi e che sono costretti a rimanere per strada anche in questo periodo. "Per noi è ancora più difficile - racconta un ragazzo che vive insieme alla sua compagna sotto i portici di via Po -. Non c'è più nessuno in giro ed è difficile chiedere da mangiare o qualche moneta".
Se già normalmente raccimolare qualche spicciolo per loro non è cosa semplice, il minor passaggio di uomini e donne rende la vita di queste persone ancora più impossibile: "Qualche volontario passa. La sera vengono a portarci le coperte o qualcosa di caldo però non si può vivere solo con quel che ci danno loro".
Questo però non è l'unico aspetto negativo di tutta questa storia, perché di ancora più angosciante c'è il senso di paura che è aumentato: "Con il fatto che ci sono meno persone in giro è tutto più pericoloso e oltretutto la gente è libera di girare a viso coperto. Qualche delinquente magari si sente più libero di fare le proprie malefatte. Abbiamo dei nostri amici che stanno qui vicino e ci guardiamo a vicenda. Cerchiamo di stare più persone vicine in modo che se succede qualcosa basta fare un fischio".
E la paura di prendere il coronavirus? "Non mi preoccupa. Se deve succedere, succede sia che sono qui, sia che sono in casa. Sono fatalista".