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Cinque province piemontesi diventano zona rossa, la furia del sindaco: "Informato dalla tv"

Non si potrà entrare né uscire

Dalla serata di ieri, sabato 7 marzo 2020, le province di Asti, Alessandria, Novara. Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola fanno parte della zona rossa per il coronavirus. Questo significa che, a meno di gravi e documentati motivi, non vi si potrà né entrare né uscire e vi sarà anche limitato lo spostamento al loro interno. È quanto contenuto nel decreto emanato dal governo e firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Il provvedimento ha durata fino al prossimo 3 aprile 2020. Sono quindi interessate un milione e 600mila persone residenti nelle cinque province.

Nei bar, nei ristoranti e nei negozi (compresa la grande distribuzione) è obbligatorio mantenere un metro tra un avventore e un altro, pena la chiusura dell'esercizio, e sono chiusi piscine, palestre, discoteche e centri d'aggregazione in genere. Le chiese e gli altri luoghi di culto sono aperti con le stesse limitazioni degli esercizi pubblici. Bloccati i matrimoni, mentre i funerali si svolgono in sostanza a porte chiuse. I centri commerciali resteranno chiusi il sabato e la domenica. Gli eventi sportivi dei professionisti si tengono a porte chiuse, gli altri sono sospesi.

A fare rispettare il provvedimento ci saranno l'esercito e le forze dell'ordine. Chi viola le disposizioni rischia l'arresto fino a tre mesi.

Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, dice di avere saputo della misura guardando il canale televisivo La7 e ha postato su Facebook il video che vi proponiamo in cui esterna tutta la sua rabbia. "Non ne sapeva nulla nessuno - dice -, anzi ci avevano detto che la situazione era sotto controllo. Abbiamo molti casi, ma non ci sono grossi problemi di gestione dell’emergenza" . Il primo cittadino ha chiesto subito un incontro al prefetto.

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