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Nuova contestazione degli antagonisti diretti al Comune poi verso l’Asilo: bloccati

Altra giornata di tensione oggi - mercoledì 13 febbraio - a Torino. Il braccio di ferro tra forze dell'ordine e gruppi antagonisti sembra non volersi placare. La contestazione oggi era annunciata. A partire dalle 12 piazza Palazzo di Città - sede del Comune di Torino - era blindata. Polizia e carabinieri stavano attendendo la contestazione degli anarchici che si erano dati appuntamento per protestare contro la sindaca Chiara Appendino. 

Gli anarchici però in piazza non ci arriveranno mai. La loro strada viene sbarrata all'imbocco di via Milano quando la Digos intercetta a bordo di un tram della linea 4 una decina di anarchici. Il mezzo viene fermato e la polizia sale a bordo. Una donna viene fermata e portata giù dal mezzo a forza. Poco prima avrebbe preso a calci e pugni alcuni agenti. Prima di scendere le urla della donna contro il vetro, dice di essere stata aggredita e di essere incinta. 

La corsa degli antagonisti finisce in piazza della Repubblica dove improvvisano un presidio contro la sindaca e la Giunta. L'Appendino viene definita la "sindaca-sceriffo che vuol fare la maestrina". Il Movimento 5 Stelle viene accusato di voler scimiottare la Lega. Nel mirino dei contestatori finiscono anche i giornalisti. 

Da lì gli anarchici si muovono verso l'asilo sgomberato, ma anche lì non riusciranno mai ad arrivare. Questa volta a bloccargli la strada sono i carabinieri all'altezza di corso Brescia a pochi metri da via Alessandria. Qui lo stallo. I manifestanti stanno a una decina di metri dal cordone delle forze dell'ordine. Urlano e insultano la polizia. Trenta minuti circa e si spostano anche da qui, vanno all'altezza del civico 45 di corso Vercelli. Qui passano i minuti e il corteo lentamente si scioglie dopo quasi cinque ore. 

Nelle stesse ore veniva disposta la scarcerazione con obbligo di firma per gli undici indagati per gli scontri avvenuti nella sera di sabato 9 febbraio. Per 6 di questi è stato emesso il foglio di via, questi non potranno tornare a Torino per un periodo che va da uno a tre anni. 
 

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