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Lacrime e canzoni, in Piazza Castello arriva la rabbia degli operatori turistici: "Vogliamo soldi a fondo perduto"

"Abbiamo bisogno di liquidità per pagare gli affitti, non per sanificare gli spazi"

Irene Ciccarelli, titolare dell'agenzia viaggi Mondo 1492, quando le chiedo di raccontarmi la sua storia è vistosamente commossa. È arrabbiata, come lo sono gli oltre duecento lavoratori del settore del turismo che questa mattina, mercoledì 27 maggio, si sono riuniti davanti al palazzo della Regione Piemonte per protestare e chiedere aiuti concreti. 

Negli ultimi due mesi hanno visto azzerato completamente il loro fatturato e ad oggi non sanno neppure quando potranno ripartire. Troppe infatti sono le incognite: quando riapriranno i confini regionali? Quando i turisti torneranno a visitare la nostra regione? Quanto tempo ci vorrà per vedere nuovamente il settore a pieno regime? 

A fronte di tutti questi dubbi i lavoratori del settore turistico chiedono un sostegno concreto da parte della Regione Piemonte: "Vogliamo soldi perché altrimenti non possiamo resistere. Noi abbiamo smontato i viaggi di nozze e di lavoro che erano stati prenotati. Non abbiamo bisogno di credito d'imposta o di burocrazia, abbiamo bisogno di denaro", racconta Irene Ciccarelli. 

"Sono stati mesi durissimi e sappiamo che lo sarà ancora. Abbiamo bisogno di aiuto perché non ci sono prospettive. Non credo che così potremo andare avanti per molto, forse per un mese. Al momento non sappiamo neppure se lunedì prossimo potremo uscire dal Piemonte", continua Irene Ciccarelli. 

Neppure il contributo di 2.500 euro, che per il settore turistico è di 1.500 euro, viene visto come un aiuto concreto: "Non capiamo come mai sono 1.500 euro e non 2.500 come le altre categorie, ma comunque sono vincolati ad acquisti per fare ripartire l'azienda. Noi però abbiamo bisogno di soldi per pagare gli affitti non per sanificare. Il consiglio regionale e lo Stato non capiscono i nostri bisogni perché non conoscono la filiera del turismo e il turismo organizzato", conclude Irene Ciccarelli. 

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