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Domenica, 28 Aprile 2024

'Pane e Pace', a Torino la rivolta contro la guerra: "Una storia tristemente imbiancata"

Desy Icardi, scrittrice torinese, nel suo ultimo libro 'La pasticciera di mezzanotte' racconta quell'episodio che ha segnato la storia della nostra città

Era il 1917, per la precisione il 21 agosto. Torino quella mattina si svegliò senza il pane. Quel poco che ogni giorno gli uomini e le donne dell'epoca dovevano in qualche modo accaparrarsi per sopravvivere ai giorni duri del primo conflitto mondiale. Fu l'ultima goccia del vaso, quella che fece esplodere in città la rivolta del pane. 

A raccontarla nei suoi scritti è anche Antonio Gramsci. I torinesi si ribellarono alla guerra al motto di 'Pane e Pace' e l'insurrezione presto diventò sciopero generale paralizzando la città. Una rivolta che duro poco meno di dieci giorni e che vide rimanere a terra uccisi uomini e donne di Torino che vennero fermati con la repressione. 

È questa la storia sullo sfondo del nuovo romanzo di Desy Icardi, 'La pasticciera di mezzanotte' edito da Fazi Editore. Così l'autrice torinese conclude la sua pentalogia sensoriale, raccontando anche una storia tutta torinese che è stata 'imbiancata'. "All'epoca saltarono i rifornimenti di farina e non c'era neppure una pagnotta di pane in città", spiega Icardi, "Quell'ennesima privazione fu la scintilla che innescò il furore popolare". 

"Prenderà il via una rivolta sanguinosa che è stata ingiustamente dimenticata", continua Desy Icardi, "Prima venne tenuta nascosta alle altre città, tramite la censura e l'imbiancamento dei giornali perché non si venisse a sapere che una città aveva protestato al grido di 'pane e pace'. Quello era stato il pretesto per chiedere la fine del conflitto mondiale". Fu la prima volta che una città intera insorse contro la prima guerra mondiale. 

Perché hai voluto raccontare questa storia? "Volevo raccontare il sapore da una prospettiva diversa e ho scelto un periodo in cui il sapore in qualche modo era appiattito perché mancavano molti cibi e prodotti come il caffè e lo zucchero che prima della guerra erano familiari. Il sapore diventa anche sinonimo di tempi migliori di pace". Sì, perché nella sua pentalogia sensoriale Desy Icardi utilizza i cinque sensi per raccontare l'amore per la lettura, ma anche la società che abbiamo lasciato alle nostre spalle. 

Attraverso la narrativa si può far riemergere la nostra storia? "Assolutamente. È uno strumento eccezionale da quel punto di vista. Posso scegliere documentandomi di ricreare la sequenza degli eventi, ma anche l'atmosfera e il linguaggio". 

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