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Allegri: "Lascio una Juve che potrà vincere ancora tanto, in Italia e in Europa"

Agnelli gli dona una maglia tributo

Max Allegri non ha retto l'emozione, nella sua penultima conferenza stampa da tecnico dei bianconeri. Nella sala stampa dello Juventus Stadium, era presente tutta la squadra, oltre al presidente Andrea Agnelli, che ha consegnato una maglia della Juventus con il numero "5", come gli scudetti vinti, e la frase: "Hystory Alone".

Presente anche il direttore sportivo, Fabio Paratici, ma non Pavel Nedved, quello più critico sul ciclo Allegri. 

"Così non va bene, mi fate emozionare", ha detto appena è entrato in sala conferenza. E l'emozione è rimasta per tutta la durata della conferenza stessa.

"Ringrazio il presidente e i ragazzi. Lascio una squadra vincente che ha le potenzialità per ripetersi in Italia e fare una grandissima Champions. Una Champions che quest'anno non abbiamo vinto per episodi. In questi cinque anni siamo cresciuti tanto e tutti insieme. Penso anche a Paratici e Nedved, che li ho conosciuti che erano giovani e ora sono dei grandissimi dirigenti". 

Allegri ha detto come questo fosse "il momento giusto per lasciarsi", ribandendo anche come non abbia "chiesto rinnovi, rivoluzioni di giocatori, cessioni o altro. Ci siamo incontrati dopo la partita con l'Ajax, abbiamo analizzato tanti aspetti e poi si è arrivati a questa decisione". Così come domani sera, in occasione della sfida contro l'Atalanta sia l'occasione per "festeggiare lo scudetto e l'addio di Andrea Barzagli. Il professore dei difensori".

In cinque anni, Allegri è passato dalla contestazione agli attestati di stima, anche se le critiche non sono mai scemate del tutto: "Me la ricordo bene. Stavo però entrando vicino all'ippodromo vecchio di Vinovo, con il mio cavallo Midsummer Dream che aveva vinto tre corse Tris. Ero sicuro che avrei vinto con la Juve".

Sul futuro, invece, bocca cucita: "Vedremo. Ora ho bisogno di una pausa. Vediamo quali offerte arriveranno. Con molta serenità valuterò. Ma non è detto che possa esserci un anno sabbatico, da dedicare alla mia famiglia e ai miei cari".

In parallelo, Andrea Agnelli ha ribadito come ci sia tempo "per il prossimo allenatore della Juve. Una cosa è certa: un allenatore ci sarà. Oggi è il giorno di tributare l'omaggio a Max, un allenatore che da solo ha scritto la storia della Juventus. Già nel 2013 ho detto a Paratici che Max sarebbe stato il nostro allenatore. Mi ricordo il giorno del suo arrivo, la contestazione e l'autista dell'autobus che voleva farlo entrare a Vinovo da una entrata secondaria. Io ho detto 'no', perchè eravamo certi di aver fatto la scelta giusta. E adesso posso anche dire come quest'ultima scelta, quella di lasciarci, è stata la più difficile che ho preso da quando sono presidente".

Agnelli ha anche detto come a luglio la Juve "sarà rafforzata, per poter vincere in Italia e in Europa. Così come cresceremo con la Juve Femminile e con l'Under 23, perché anche loro dovranno avere una casa".

Inevitabile, da parte del numero uno bianconero, un chiarimento su questi ultimi mesi: "Cosa è successo dopo Juve-Ajax? E' stato fatto un percorso con un gruppo di professionisti, con grande capacità di analisi e riflessione. Era giusto chiudere così, con un acuto, un successo. Di certo i tifosi non hanno contribuito nella decisione. Ora vedremo se la decisione sarà quella corretta o meno. Lasciamo parlare il campo".

E due cose appaiono certe: il percorso fra la Juve e Allegri era finito ben prima della partita con l'Ajax, che ha solo certificato la fine della storia d'amore. Così come sia Nedved sia Paratici ora hanno un solo obiettivo: vincere in Europa per non essere messi in discussione. 

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