rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Sport

Torino: Angelo Ogbonna e la nazionale, un amore appena nato

Parla poco con la stampa, ma quando lo fa Ogbonna non è scontato. Il difensore granata, desiderato da moltissimi top club, ha assaggiato la nazionale, ma in futuro potrebbe arrivare qualcosa di più

Angelo Ogbonna è un ragazzo che nell'ultimo anno è cresciuto tantissimo sotto tutti i punti di vista. In campo porta spesso la fascia di capitano con la maglia granata, ma anche quando non ce l'ha addosso è un leader per tutti i compagni. Fuori dal campo è sempre quel giovane umile che fino a qualche anno fa giocava nelle giovanili del Torino e vedeva con occhi sognanti i calciatori che ogni domenica scendevano in campo, osannati dalla Maratona e da tanti supporters. Oggi la sua vita è diversa da allora, nonostante sia diventato uno dei più incitati dai tifosi, nonostante sia una colonna indiscutibile della squadra, qualunque sia l'allenatore e, soprattutto, nonostante le tre chiamate nella nazionale maggiore di Cesare Prandelli. La testa non se l'è montata.

Sì, proprio quella maglia azzurra riservata quasi unicamente ai giocatori della serie A, quasi inavvicinabile per chi non giochi in un grande club. E invece lui ce l'ha fatta. "Quella della nazionale è stata un'esperienza bellissima, anche se non ho ancora esordito. Mi sento parte del gruppo, questo grazie all'ambiente tranquillissimo e a mister Prandelli, che si è comportato sempre correttamente con me". Nonostante tutto quello che si sta guadagnando con il sudore, Ogbonna sposta ogni giorno il suo obiettivo più lontano, come quando da ragazzino sognava. "Non ho mai pensato che giocare in serie B fosse un problema per la nazionale, anche perché Prandelli mi ha fatto capire che ha stima del giocatore e non della categoria - continua Ogbonna - inoltre, pur rimanendo in serie B, penso che ci sia sempre qualcosa da imparare".

La sua storia è simile a quella di tanti ragazzini. A 14 anni Antonio Comi lo chiama al Torino e lui lascia la sua vita a Cassino per iniziarne una nuova sotto la Mole. "Quando vai via a 14 anni ti pesa. Ma la passione per il calcio mi ha fatto sopportare tutto. Che tu sia un calciatore, un giornalista o un muratore è importante sempre credere di potercela fare". Parole di incoraggiamento per chiunque, date da un ragazzo di appena 23 anni, che anche su un altro tema dimostra una grande maturità: "I fischi a Ebagua a Verona non è razzismo, è solo ignoranza. Noi giocatori quei 'buu' non li sentiamo nemmeno".

Infine tra gli Europei con la nazionale e una promozione con il suo Torino in serie A, non ha dubbi: "Iniziamo ad arrivare in A con la squadra, poi il resto potrà venir da sé".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Torino: Angelo Ogbonna e la nazionale, un amore appena nato

TorinoToday è in caricamento