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Martedì, 16 Aprile 2024
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Acqua bene comune, acqua strumento di pace: produci il tuo video spot per parlare di diritto all'acqua

L'associazione di solidarietà e cooperazione internazionale LVIA propone ai giovani tra i 14 e i 30 anni, professionisti e non, residenti in Torino e provincia, la partecipazione a un bando di concorso per la realizzazione di uno spot sul tema acqua bene comune e diritto universale

L'acqua è un bene primario che l'uomo utilizza, distribuisce e sfrutta e la cui scarsità condiziona fortemente lo sviluppo economico di molti Paesi poveri. Secondo iL Barilla Center for Food & Nutrition apparentemente il pianeta blu è ricco di acqua, ma in realtà se si analizzano bene i dati si scopre che di tutta quella che c’è tra terra e mare soltanto il 2,5% circa è acqua dolce, e la maggior parte è intrappolata nei ghiacciai e nelle calotte artiche o si trova a grandi profondità nel sottosuolo. Secondo gli esperti, non più dello 0,001% del totale è realmente utilizzabile. E questa quantità ci deve bastare per tutte le nostre esigenze, non solo quelle alimentari e igieniche, ma anche agricole e industriali.


 

Afferma sempre il Barilla Center che «per comprendere l’importanza che ha l’acqua in tutto ciò che consumiamo, è stato coniato il termine “acqua virtuale”, inteso come il volume di acqua che un qualunque bene (o servizio) ha richiesto per la sua produzione. Il termine “virtuale” si riferisce al fatto che la grande maggioranza dell’acqua utilizzata per realizzare il prodotto non è contenuta fisicamente nello stesso, ma è stata consumata durante le diverse fasi della sua produzione, dal campo fino alla tavola.


 

In particolare, i prodotti dell’allevamento (carne, uova, latte e derivati) presentano un contenuto di acqua virtuale molto elevato, perché gli animali allevati si alimentano  enormi quantità di prodotti coltivati (in aggiunta al consumo diretto di acqua per abbeveraggio ed altre operazioni) nei diversi anni tra la nascita e il momento in cui essi stessi vengono trasformati in alimenti. Tanto per farci un’idea, ecco alcuni dati sull’acqua virtuale contenuta in alcuni prodotti: 1 hamburger (da 150 gr): 2.400 litri; 100 gr di formaggio: 500 litri; 100 gr di pasta: 200 litri; 1 arancia (50 gr): 50 litri; 1 patata (100gr): 25 litri; 1 pomodoro (di 70 gr): 13 litri. Appare evidente, quindi, che chiunque voglia operare in modo responsabile nell’ottica del water management, debba valutare attentamente le proprie abitudini alimentari, tenendo conto del maggiore o minore contenuto di acqua virtuale compreso nei cibi. Considerato che un individuo utilizza in media dai 2 ai 5 litri d’acqua al giorno per bere, mentre il suo consumo d’acqua virtuale giornaliero per alimentarsi può variare tra 1.500 e 2.600 litri (nel caso di una dieta vegetariana), a circa 4.000-5.400 litri (per una dieta ricca di carne)».


 

Altro elemento da non sottovalutare è l’evoluzione delle abitudini alimentari degli individui: è stato stimato che se tutti gli abitanti del nostro pianeta adottassero il regime alimentare medio dei Paesi Occidentali, caratterizzato da un elevato consumo di carne, sarebbe necessario un incremento del 75% dell’acqua utilizzata attualmente per produrre cibo.


 

Vista la sua importanza, le Nazioni Unite hanno proclamato il 2013 Anno Internazionale per la Cooperazione nel Settore idrico, invitando gli Stati membri a sviluppare proposte per promuovere iniziative concrete a tutti i livelli. Anche il comune di Torino ha voluto fare la sua parte in questo progetto di sensibilizzazione: insieme all’associazione di Solidarietà e di Cooperazione Internazionale  LVIA ha istituito il concorso “Acqua bene comune, Acqua strumento di pace” che ha l’obiettivo di sensibilizzare la società civile sulle condizioni d’accesso all’acqua e ai servizi igienici nel mondo - e in particolare in Africa – e che si propone di fare da volano perché attraverso azioni concrete singoli, gruppi, scuole, istituzioni ed enti possano contribuire alla costruzione di una cultura dell’acqua per il rispetto della preziosa risorsa, la sostenibilità ambientale e per azioni concrete tese a Portare acqua nei paesi in cui il diritto è negato: non ci può essere cittadinanza attiva senza impegno per l’acqua bene comune. Lo scopo del concorso è quello di realizzare un video dove si cerca di informare e sensibilizzare alla problematica dell’acqua; suggerire l’adozione di comportamenti responsabili nell’utilizzo della preziosa risorsa; incentivare la cultura della partecipazione, della cittadinanza attiva, del protagonismo giovanile Potranno partecipare tutti i giovani tra i 14 e i 30 anni. Il termine ultimo per iscriversi è il 30 luglio mentre per inviare il video c’è tempo fino al 28 agosto.

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