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Diffondere tra i giovani lingua e proverbi piemontesi? La Regione scommette sui social

Ogni giorno un proverbio o un modo di dire piemontese

Come avvicinare i giovani abitanti del Piemonte alla lingua Piemontese ed alle tradizioni del territorio?

Il consiglio regionale del Piemonte, complice anche la prima giornata del folklore e delle tradizioni popolari, che si è svolta a Roma sabato 26 ottobre, ha deciso di puntare anche sulla propria pagina Facebook per far riscoprire la lingua e i proverbi piemontesi, soprattutto ai più giovani.

"E' un vasto patrimonio che costituisce un’imponente eredità del passato che va valorizzato e trasmesso alle giovani generazioni. Per questo - ha affermato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale - da oggi, prende il via la pubblicazione di un proverbio o di un modo di dire piemontese. Un’occasione per riportare alla luce, ogni giorno, una scintilla dell’autenticità della nostra lingua e riscoprire la sua capacità di descrivere il carattere e le abitudini di chi lo ha abitato e lo abita. E vogliamo cominciare con i versi che il poeta Luigi Olivero – quasi un secolo fa – ha dedicato alla nostra terra".

Piemont
PIEMONT! Piemont! I crijo con la fòrsa
ëd tut mè sangh e ‘d tuta la mia vos.
Contra ‘st mond salopard ëd luv rabios
tò nòm lo saro ant cheur come ant na mòrsa.

E tò parlé da mas-cc, Piemont glorios,
tò langagi scurpì ‘d paròle crùe,
l’è un arc dë stèile e ‘d nì d’aquile drùe
con ale ‘d vent, euj visch ëd sol radios.

Un arch sizlà ‘nt ël diamant bleu ‘d tò cel
ch’a splend, Piemont, sle toe montagne a pich
sui tò biond camp laurà dai pian ai brich.

E ‘l pensé ch’a sluzìss ant mè sërvel
l’é un ragg dl’arà d’assel che ant le toe tère
squarsa j’òss dij nemis ëd le toe guère.
Mont Bianch, 1925

Piemonte
PIEMONTE! Piemonte! Grido con la forza
di tutto il mio sangue e di tutta la mia voce.
Contro questo sozzo mondo di lupi inferociti
il tuo nome lo serro in cuore come in una morsa.
E il tuo parlar virile, Piemonte glorioso,
il tuo linguaggio scolpito di parole aspre,
è un arco di stelle di nidi d’aquile intrèpide
con ali di vento e pupille corrusche di sole radioso.
Un arco inciso nel diamante glauco del tuo cielo
che rifulge, Piemonte, sulle tue Alpi sovrastanti a picco
i tuoi biondi campi arati dai piani ai colli.
E il pensiero che sfòlgora nel mio cervello
è un raggio dell’aratro d’acciaio che, nelle tue terre,
frantuma le ossa dei nemici delle tue guerre.
Monte Bianco, 1925

(tratto da “Romanzìe - Poesie in Piemontese” di Luigi Olivero, Torino, Ca dë Studi Piemontèis, 1983, pagina 9).

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