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Alba Parietti sulla morte di Giovanna Pedretti: "Conosco perfettamente cosa significa una gogna mediatica"

Poi la torinese si dice impressionata dalla reazione della giornalista e aggiunge: "Lucarelli non spende una parola di dispiacere sulla povera donna"

Anche Alba Parietti è intervenuta sui social sulla morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano trovata senza vita, domenica, nel fiume Lambro, dopo la gogna mediatica esplosa per la recensione fake alla sua pizzeria. 

"Conosco perfettamente cosa significa una gogna mediatica. Quando mio figlio uscì dal Grande Fratello, arrivarono sulla mia pagina un tale numero di insulti, di offese di minacce che io chiamai Signorini singhiozzando, devastata. Premetto che io sono una che non piange praticamente mai, perché faccio parte di quelle persone educate a non mostrare le emozioni perché ne ho pudore. Io sono una persona che ha le spalle molto larghe, sono abituata, fa parte del mio lavoro mi è successo 1000 volte in dibattiti politici, con minacce di morte anche gravi", ha scritto la torinese su Instagram.

"Ritengo sia sbagliato per un personaggio pubblico accanirsi contro chi non è attrezzato per difendersi. Ritengo tuttavia anche che il suicidio non possa essere attribuito in questo caso in primis al post scritto dal fidanzato della Lucarelli, ma semmai dalle conseguenze e lo scarso controllo di ciò che poi viene pubblicato dal popolo del web e dagli odiatori sui social", ha sottolineato Parietti.

"Posso dire però che mi è molto impressionato invece la reazione della Lucarelli . Si appella alla cosiddetta libertà di dire la verità, di essere una giornalista, fa bagarre con i colleghi , ma non spende una parola di dispiacere sulla povera donna. Parla del fratello di lei, suicida, appellandosi alla genetica, litiga con i colleghi e con i politici che come sempre approfittano della situazione per farne una questione politica e non morale, generale, senza pensare invece a una legge che tuteli tutti nessuno escluso da massacri mediatici, oltraggiosi. Ma, se io investo e uccido una persona con la mia auto, il mio primo pensiero quello dove mi porta la mia sensibilità è che una persona comunque è morta e che io a torto o a ragione , per fato per disgrazia o per colpa mia gli ho tolto la vita. Sarei distrutta e mortificata mi prostrerei davanti alla tragedia umana, prima della ragione se ne avessi verrebbe la compassione, il dispiacere, l’umanità, l’empatia il silenzio il rispetto per il dolore dei famigliari. La Lucarelli (nonostante mi abbia trascinata in tribunale per un’inutile causa) la ritengo un’ottima comunicatrice e una donna molto intelligente, ma l’intelligenza a mio avviso vale solo nella sua applicazione…", ha concluso Parietti.

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