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CUCINA

La ricetta della frittata rognosa (frità rognosa): così brutta, ma così buona

La frittata più tipica del Piemonte: apprezzata dal popolo ma anche dal Re Vittorio Emanuele II

Un antipasto, o un secondo se volete. Pochi ingredienti, niente di sofisticato. La “Frittata Rognosa” si chiama così perché esteticamente è bruttina, dato che i pezzetti di salame spuntano qua e là dalla superficie dorata della frittata.

Una ricetta della tradizione piemontese, molto semplice, la cui preparazione richiede poco tempo, da cui otterremo una frittata, bruttina, come dicevamo, ma davvero tanto buona.

Una caratteristica spesso comune ai piatti più poveri, basati su “quel poco che c’era”. Sono piatti capaci di sorprenderci, trasmettendoci combinazioni di sapori inaspettati.

Per realizzarla, infatti, oltre alle uova, l’ingrediente fondamentale è un salame fresco, poco stagionato. Un salame crudo, o i salamini “d’la douja” ( salamini morbidi conservati nel grasso di maiale), o il salame cotto tipico piemontese che andrà benissimo. Il risultato è uno spettacolo, squisito!

E poi è proprio bello pensare che era il pasto comune dei nostri nonni e può essere perfetta anche per il pranzo di Pasqua o da portare con sè per un picnic a Pasquetta.

Dosi: per 4 persone

  • Tempo di preparazione: 15 minuti circa
  • Tempo di cottura: 15 minuti circa

Ingredienti:

  •  4 uova
  •  50 grammi di burro
  •  200 grammi di salame cotto
  •  2 cucchiai di grana grattugiato
  •  Sale
  •  Pepe

Preparazione:

  • In una terrina sbattete le uova aggiungendo il formaggio, il sale e il pepe.
  • Tagliate il salame a pezzettini.
  • In una padella scaldate il burro, aggiungendo il salame tostandolo leggermente per qualche minuto.
  • Versate il contenuto della padella nella terrina, riprendendo a sbattere il tutto assieme.
  • Riversate nella padella ancora unta cuocendo appropriatamente la frittata da ambo i lati.

Servire preferibilmente calda.

P.S. : Sembra che questa semplice ricetta, fosse in auge anche a corte. La frittata rognosa, servita da una contadina inconsapevole, ad un Vittorio Emanuele II in incognito, affamato dopo una battuta di caccia, era stata molto apprezzata dal sovrano che l’aveva
indicata fra i suoi piatti preferiti.

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