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Due giorni dopo il parto rimane senza fegato per 12 ore fino al trapianto con la tecnica dei "2 tempi"

Il suo fegato è andato in necrosi per una rarissima sindrome. L'intervento alle Molinette

All'ospedale Molinette di Torino nei giorni scorsi una donna di 38 anni, che aveva partorito due giorni prima, è stata salvata grazie a un trapianto di fegato eseguito con la tecnica detta dei ‘2 tempi’, ovvero essendo stata lasciata per più di 12 ore senza fegato (il suo era andato in necrosi per una rarissima sindrome). "Un trapianto che si può definire miracoloso, nei tempi, nei modi e nelle procedure. Tutto ha coinciso alla perfezione e ancora una volta la nostra squadra trapianto è stata perfetta. E ancora una volta è fondamentale ringraziare la generosità della famiglia del donatore, senza la quale questi miracoli non potrebbero avvenire" dichiara Giovanni La Valle (Direttore generale della Città della Salute di Torino).

Il parto poi il trapianto di fegato

La donna, giunta quasi al termine della sua seconda gravidanza, si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale Martini dell’ASL Città di Torino in preda ad una colica addominale, accompagnata da una crisi ipertensiva. Avendo riscontrato uno stato di sofferenza fetale, gli ostetrici ginecologi del gruppo del dottor Marco Camanni avevano proceduto immediatamente con il parto cesareo. In sala operatoria, tuttavia, dopo la nascita del neonato, si sono resi conto che la situazione della 38enne era estremamente grave a causa di un importante sanguinamento addominale proveniente dal fegato, organo che era andato incontro a un raro fenomeno di rottura spontanea nell’ambito di una cosiddetta sindrome HELLP. I chirurghi del dottor Roberto Saracco erano quindi subito intervenuti, provvedendo al tamponamento dell’emorragia epatica. Nelle 24 ore successive la situazione di shock emorragico era stata lentamente recuperata, grazie alle cure del gruppo di rianimatori diretti dal dottor Mauro Navarra. Malgrado ciò, la paziente aveva sviluppato una progressiva necrosi del fegato, determinante uno stato di severa insufficienza epatica e di emorragia persistente. È a quel punto che è stato disposto il trasferimento della paziente direttamente nella sala operatoria del Centro Trapianti all'ospedale Molinette. 

"Dopo circa 36 ore dal parto, la situazione clinica della paziente affrontata dai medici delle Molinette era assolutamente drammatica. Il fegato della donna era andato incontro a massivi fenomeni di necrosi emorragica con irreparabili multiple lacerazioni. Il solo modo per arrestare definitivamente l’emorragia epatica è stato quindi la rimozione totale del fegato, con temporanea derivazione del sangue della vena porta direttamente nella vena cava inferiore”, spiegano dall’ospedale. Già dalla sala operatoria è partita la corsa contro il tempo, con la richiesta super-urgente del fegato di un donatore, diramata dal Centro Regionale Trapianti Piemonte e Valle d’Aosta (coordinato dal professor Antonio Amoroso) verso il Centro Nazionale Trapianti di Roma. L’opportunità estremamente favorevole di un donatore di gruppo sanguigno compatibile disponibile in Toscana è stata colta immediatamente, grazie anche al lavoro del servizio di Emergenza del 118 di Torino, che ha garantito l’organizzazione dei trasporti dell’équipe trapianti in tempi record. 

Dopo 13 ore dal momento della rimozione totale del fegato, e dopo aver trascorso la notte nella Terapia Intensiva delle Molinette durante la quale le sue condizioni si sono stabilizzate, la paziente ha potuto essere sottoposta all’impianto del fegato del donatore. L’intervento è stato eseguito dal professor Romagnoli e dalla sua équipe. “La ripresa funzionale dell’organo trapiantato è stata valida e immediata.  La paziente è attualmente ancora ricoverata in Terapia intensiva alle Molinette, ma ha recuperato la stato di coscienza e le sue condizioni cliniche migliorano giorno dopo giorno, così come stanno migliorando le condizioni del suo bambino”, concludono dall’ospedale. 
 

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