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Salute

Scuola anche per i piccoli pazienti in ospedale: il Piemonte è capofila

Al convegno di Torino, 300 docenti da tutta Italia

In Piemonte, come nel resto d'Italia, ogni scuola sarà tenuta a realizzare una didattica inclusiva per gli alunni che per motivi di salute sono costretti a lunghi ricoveri in ospedale e a lunghe degenze a casa. E proprio nella nostra regione, grazie a un Piano di formazione organico, ideato dalla Direzione Generale per lo Studente del Miur e sostenuto dalla Rete nazionale delle scuole polo regionali e dagli Uffici scolastici regionali, si promuove la formazione degli insegnanti ospedalieri e domiciliari.

Anche la Regione mira a garantire interventi di istruzione ai piccoli e giovani pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere piemontesi, oltre che presso l'ospedale Regina Margherita di Torino, finora capofila ed esempio di eccellenza in tale campo. In Piemonte, 60 docenti fanno lezione a circa 3 mila ragazzi ricoverati ogni anno nei presìdi pediatrici più grandi, tra questi proprio l'ospedale infantile torinese. 

Un convegno ad hoc

Si tratta di una vera e propria rivoluzione per la scuola italiana, così come compare nelle nuove linee di indirizzo nazionali del Miur per la scuola in ospedale e l'istruzione a domicilio, firmate dall'ex ministro Bussetti in accordo con il Ministero della Salute. E di tutto questo si parlerà oggi all'Istituto Amedeo Peyron di Torino, dove è in programma il primo Convegno nazionale sulla scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare dal titolo “I nuovi luoghi delle cure: scuola in ospedale e istruzione domiciliare”. A questa giornata si sono iscritti oltre 300 dirigenti e docenti provenienti da ogni parte d'Italia. 

Nella città in cui tre anni fa è nato il primo Master nazionale universitario per la preparazione dei docenti ospedalieri e domiciliari, diretto dal professor Stefano Geuna, nuovo Rettore dal 1° ottobre, il Convegno rappresenterà non solo un’occasione formativa, incentrata sulle migliori prassi didattiche ed educative, utili ad aggiornare gli interventi della didattica ospedaliera e ad innovare gli ambienti di apprendimento ‘ibridi’, traghettando l’esperienza delle “extended classroom” alle classi tradizionali, ancorate a vecchi schemi d’insegnamento - apprendimento.

Un servizio da incrementare

Sarà anche l’occasione per affrontare finalmente tematiche urgenti: il reclutamento e la formazione specialistica degli insegnanti ospedalieri e domiciliari, poiché sono appena mille in Italia a prendersi in carico di circa 75 mila studenti ricoverati ogni anno: un forte disequilibrio, ancor più pesante in rapporto alla preparazione non specifica dei docenti ospedalieri, impegnati in un compito educativo di altissimo livello quanto arduo dal punto di vista umano e didattico, in un contesto a fortissima densità relazionale e comunicativa. 

E ancora, si approfondiranno aspetti legati al fabbisogno formativo dei bambini malati, al ruolo delle scuole polo regionali e alle strategie delle reti territoriali e a come dovrebbe cambiare il servizio e mutare l’intervento del docente ospedaliero. Infine i relatori, oltre ad affrontare il tema degli spazi riservati alle aule didattiche interne agli ospedali, discuteranno di quali interventi sia necessario avviare relativamente alla programmazione e alla gestione del servizio, viste le emergenze educative dei territori. 

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