rotate-mobile
Salute Moncalieri

Stop al reflusso gastroesofageo: all'ospedale di Moncalieri l'intervento risolutivo

Nei pazienti viene impiantato un dispositivo in silicone

All'ospedale Santa Croce di Moncalieri, nella struttura di Chirurgia guidata dal dott. Gabriele Pozzo, sono stati immessi due impianti per bloccare il reflusso gastroesofageo. Si tratta di un nuovo dispositivo - il Reflux Stop - che agisce sui due meccanismi fisiopatologici che provocano il disturbo: la risalita sovradiaframmatica dello sfintere esofageo inferiore e la conseguente modificazione dell'angolo di His. Lo scorso 12 dicembre, appunto, sono stati impianti due di questi dispositivi sotto la supervisione del prof. Jorge Zehetner dell’Università di Berna, pioniere di questa tecnica, che ha vigilato sulla corretta esecuzione delle procedure eseguite dall’ equipe chirurgica di Pozzo, certificando la Chirurgia di Moncalieri come Centro idoneo all’ esecuzione dell'intervento.

Reflux stop: il dispositivo di silicone

“La terapia di elezione per il reflusso gastroesofageo è sicuramente farmacologica – spiega il dott. Pozzo -, con l’assunzione degli inibitori della pompa protonica; tuttavia, in pazienti adeguatamente selezionati, l’opzione chirurgica rappresenta una valida alternativa”. Accanto alla classica chirurgia mininvasiva antireflusso, che riconosce nella fundoplicatio secondo Nissen e nella plastica anti-reflusso secondo Toupet il ‘gold standard’ di trattamento, negli ultimi anni si è sviluppato un filone di ricerca nell’ambito dei device impiantabili con l’obiettivo di ottenere una standardizzazione della procedura chirurgica, garantendo l’ottimizzazione dei risultati, riducendo gli effetti collaterali come disfagia, distensione addominale, difficoltà di eruttazione e vomito”.

Per offrire a tutti i pazienti l’opportunità di una “cura” chirurgica, nel 2018 è stato inventato dallo Svedese Peter Forsel, un sistema in silicone denominato Reflux Stop. La comunità chirurgica ha scelto il Santa Croce perché questo intervento deve essere eseguito da chirurghi che vantino una grande casistica in termini di interventi di chirurgia funzionale esofago gastrica, per questo, dall’ estate scorsa, il dott. Pozzo ha iniziato il training formativo con i migliori chirurghi europei e statunitensi per introdurre questa tecnica.

In cosa consiste l’intervento

La nuova tecnica permette di ricostruire, mediante punti di sutura in materiale non riassorbibile, l’angolo di His tra esofago e stomaco ricostituendo così uno dei principali meccanismi che
contribuiscono alla prevenzione del reflusso gastroesofageo. Il fondo gastrico viene poi rinforzato creando sulla parete anteriore una tasca nella quale si inserisce il device sferico costituito da silicone biocompatibile. Lo scopo del dispositivo è quello di mantenere la giunzione gastroesofagea in posizione intra-addominale bloccando la risalita sovradiaframmatica dello sfintere esofageo inferiore durante la respirazione. L’intervento, della durata di 45 minuti/1 ora, necessita di anestesia generale e sfrutta un approccio laparoscopico. 

Dapprima la pancia viene gonfiata con anidride carbonica e vengono praticate 5 piccole incisioni, esattamente come avviene per la plastica anti-reflusso, attraverso le quali vengono inseriti gli
strumenti chirurgici. Il primo passo prevede l’isolamento dell’esofago che viene riposizionato in addome, poi si procede con la chiusura dei pilastri diaframmatici, successivamente viene ricostruito l’angolo di His e posizionato il device. Non sono necessari drenaggi e il paziente, dopo aver trascorso una sola notte in ospedale, viene dimesso al domicilio e può da subito riprendere le
abitudini quotidiane. 

“Questa innovativa procedura agisce andando a ricostituire i meccanismi fisiologici di competenza del giunto esofagogastrico bloccando il reflusso di materiale acido in esofago – spiega ancora il chirurgo -. Questo intervento va pertanto ad ampliare le possibilità di scelta a disposizione del chirurgo nell’ottica di sviluppare una chirurgia sempre più 'tailored', cioè su misura per ogni singolo paziente”.

Un intervento adatto a tanti pazienti

Si tratta di un intervento definitivo al quale possono accedere tutti i pazienti affetti da reflusso gastroesofageo con eventuali piccole ernie iatali da scivolamento. L’unica controindicazione è
quella di essersi sottoposti in precedenza a chirurgia gastrica.

A oggi il Santa Croce di Moncalieri è uno dei pochi Ospedali al mondo in cui il paziente può essere sottoposto all’ intervento chirurgico più appropriato (tailored) in base alle proprie caratteristiche, (fundoplicatio vs Linx vs RefluxStop) questo grazie anche alla Direzione Ospedaliera che ha avvallato con una visione lungimirante questo processo di crescita, introdurre un nuovo sistema
nel SSN non è così semplice.

Continua a leggere le notizie di TorinoToday, segui la nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale WhatsApp.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stop al reflusso gastroesofageo: all'ospedale di Moncalieri l'intervento risolutivo

TorinoToday è in caricamento