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Spaccio, degrado e criminalità, la versione di Lo Russo: "Chi mi accusa è al Governo"

Arriva la risposta del sindaco alle dure critiche di Forza Italia che aveva accusato il primo cittadino di essersi svegliato tardi sul problema sicurezza

Sul versante sicurezza l'attacco che Forza Italia ha scagliato contro Stefano Lo Russo nei giorni scorsi è solo un tentativo di una parte del centro destra per uscire dall'imbarazzo. A sostenerlo è il sindaco stesso che non ci sta a ricoprire il ruolo del tiro al bersaglio, soprattutto se chi lo critica è anche chi fa parte di quella maggioranza di Governo che nei fatti tiene in mano la chiave delle casse con dentro i soldi da suddividere ai Comuni. 

Forza Italia venerdì scorso - il 7 luglio - aveva accusato il primo cittadino di Torino di essersi svegliato troppo tardi e di aver riconosciuto con gran ritardo le problematiche della città sul versante sicurezza. Questo - a loro avviso - sonnecchiare avrebbe in qualche modo compromesso la capacità dell'amministrazione comunale di contrattare la fetta spettante alla città dei diversi fondi per la siicurezza. Ma Lo Russo non ci sta. 

Il contro attacco del sindaco

"Trovo suggestivo che una forza che è al Governo del Paese attribuisca a me il fatto che il Governo non eroghi fondi alla città di Torino", commenta ironico il primo cittadino, "Al netto di questa evidente contraddizione che nasconde una difficoltà a giustificare una minore attenzione al territorio da parte dell'attuale maggioranza di centrodestra, trovo difficilmente replicabile a chi critica che il sindaco va in Barriera di Milano: se il sindaco va in Barriera di Milano viene criticato, se non ci va viene criticato. Io penso che sia giusto che ci vada e che i problemi che osserva debbano essere risolti". 

Quale dunque la ricetta da adottare? "Il tema della sicurezza in alcuni quartieri della città è urgente, è un tema che si risolve attraverso una molteplicità di azioni. Sicuramente attraverso il presidio del territorio da parte delle forze dell'ordine che è essenziale ed è la ragione per la quale ho chiesto al questore e al prefetto di intensificare i controlli in quel quartiere. La polizia municipale può fare la sua parte, ma è evidente che il contrasto alla criminalità e allo spaccio di droga, che mi sembra l'elemento più critico in quella zona, è competenza delle forze di polizia".

Non solo presidio del territorio però: "La sicurezza si basa anche su una strategia di aumento di sicurezza sociale. Gli interventi che abbiamo deciso e rivendichiamo di averlo fatto, di mettere risorse pubbliche per la riqualificazione di quei quartieri, per l'aiuto all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate vanno nell'ottica di costruire una situazione socio-economico che eviti alle persone di dover delinquere. La differenza rispetto alla destra è questa: avere una logica integrata che metta insieme presidio del territorio e sicurezza sociale". 

La cittadinanza per i figli degli stranieri

Sicurezza sociale che si può raggiungere anche attravero il riconoscimento della cittadinanza alle nuove generazioni di stranieri: "C'è un macrotema che spero venga prima o poi affrontato che è quello dell'integrazione delle persone che vengono in Italia a cercare condizioni di vita migliori. Penso alla questione dei ragazzi nelle scuole: Torino città ha 118mila minorenni, di questi 27mila sono ragazzini stranieri. Che non hanno la cittadinanza italiana, ma studiano Dante, Petrarca, Boccaccio, coniugano i congiuntivi e i condizionali, imparano la grammatica italiana e studiano la storia italiana", conclude il sindaco, "Dovrebbero trovare un percorso legislativo attraverso l'obbligo formativo di qualità per acquisire la cittadinanza che è quello che chiamiamo Ius Scholae. Una politica di sicurezza passa anche attravero una politica di integrazione di questa natura". 

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