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Le “Madamin” rifiutano l’incontro con la sindaca: “Andremo prima al Quirinale”

Appendino: “Brutto segnale di chiusura”

Le sette promotrici della manifestazione “Sì, Torino va avanti” hanno rifiutato l’invito della sindaca Chiara Appendino a un confronto, venerdì prossimo 16 novembre. Ma non si tratta di uno sgarbo, come in molti hanno sostenuto, bensì è una questione di di priorità. “ Siamo disposte a dialogare con chiunque c’è lo chieda e voglia ascoltarci - hanno risposto le “Madamin” - ma la priorità resta l’incontro con il presidente Mattarella. Dopo l’incontro con il presidente della Repubblica- spiegano ancora - chiederemo colloqui con tutte le istituzioni torinesi e piemontesi per illustrare il manifesto dei Sette Sì".

Le sette promotrici della mobilitazione Sì Tav hanno infatti chiesto un appuntamento al Quirinale e intendono chiedere a Mattarella  un approccio imparziale all’analisi costi-benefici relativi all’opera dell’alta velocità. Ma il rifiuto momentaneo ad incontrare la prima cittadina non è stato ben accolto dalla stessa che tuttavia, ha ribadito la disponibilità al dialogo: “Un brutto segnale di chiusura - è il commento secco -. Ma la mia porta rimane comunque aperta”. 

L’incontro con Di Maio 

Ieri, lunedì 12 novembre, Chiara Appendino ha incontrato a Roma il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio: “Oggi ho incontrato Chiara Appendino - ha riferito Di Maio in un post - e abbiamo parlato anche del Tav. Nei prossimi giorni con il premier Giuseppe Conte, il ministro Danilo Toninelli e altri rappresentanti del Governo del Cambiamento, vogliamo incontrare i rappresentanti della manifestazione di Torino. Per loro, come per tutti i cittadini, le porte delle istituzioni sono aperte per un dialogo costruttivo". 

La Francia concede tempo 

Intanto il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha incontrato la sua omologa francese Elisabeth Borne che avrebbe concesso ulteriore tempo per concludere l’analisi costi-benefici sull’opera, rinviando la pubblicazione dei bandi di Telt prevista per dicembre. Tuttavia, la ministra d’Oltralpe ha ribadito la necessità che l’opera vada avanti: “Rispetteremo i trattati internazionali”, ha sottolineato.

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