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Suicidio assistito, oltre 11mila firme di piemontesi. Ma il consiglio regionale non decide

Marco Cappato: "Sbattuto portone in faccia a chi soffre. Li difenderemo nei tribunali". Suicidio medicalmente assistito, Accossato di Luv: "Centrodestra si è inventato pregiudiziale pur di non esprimersi"

Il consiglio regionale del Piemonte, con 36 presenti, 35 votanti 22 favorevoli, 12 contrari, 1 astenuto e 1 non partecipante al voto, ha votato favorevolmente la “questione pregiudiziale di costituzionalità” posta dalla maggioranza sulla proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi Subito” sul “suicidio medicalmente assistito”. 

Un tecnicismo che non ha permesso di discutere nel merito la proposta, nonostante questa fosse già stata ritenuta ammissibile dalla commissione di garanzia del consiglio regionale.

Con la decisione di oggi, giovedì 21 marzo, il consiglio regionale di fatto mette in stand by le firme di 11 mila piemontesi raccolte sulla Legge regionale di iniziativa popolare “Liberi Subito” dell’Associazione Luca Coscioni, negando quindi la possibilità di discutere e decidere nel merito della proposta. 

Nelle scorse settimana a sottoscrivere l’appello anche celebrità piemontesi come l’attrice e scrittrice Luciana Littizzetto, il matematico Piergiorgio Odifreddi, il magistrato Vladimiro Zagrebelski, il gruppo musicale dei Subsonica, il filosofo Giovanni Fornero e il climatologo Luca Mercalli. Tra le personalità politiche anche Chiara Appendino, vice presidente M5S, Chiara Gribaudo, vice presidente nazionale PD, Giorgio Airaudo, segretario generale CGIL Piemonte e i sindaci di Biella, Pinerolo, Moncalieri, Settimo e altri nell’area metropolitana torinese. 

“Il Consiglio regionale del Piemonte ha sbattuto il portone del Palazzo in faccia alle persone che soffrono. La maggioranza dei consiglieri regionali si è nascosta dietro a obiezioni formali del tutto infondate - come confermato dagli uffici tecnici del consiglio regionale del Piemonte e di altre sette regioni per paura di affrontare la questione. Hanno dunque rifiutato di stabilire un termine massimo di attesa  per una persona irreversibilmente malata che chiede di essere aiutata a porre fine alle proprie sofferenze”, hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, insieme a Davide Di Mauro, coordinatore del comitato promotore della legge di iniziativa popolare 'Liberi subito'.

“Così facendo, la maggioranza dei consiglieri ottiene solo l’effetto di aumentare l’angoscia di chi soffre, riducendo anche le possibilità di un tempestivo intervento di prevenzione dei  suicidi per chi potrebbe ancora essere curabile. Oltre ai malati, sono stati ignorati anche gli oltre 11.000 cittadini che avevano riposto fiducia nella partecipazione democratica regionale.

Ringraziamo chi, nel consiglio regionale, ha voluto difendere la credibilità delle istituzioni e il diritto alla partecipazione. La lotta per ottenere il pieno rispetto del diritto alla libertà di decidere fino alla fine della propria vita prosegue con ancora maggiore determinazione. In particolare, il diritto ad accedere all’aiuto medico alla morte volontaria è stato stabilito a livello nazionale dalla Corte costituzionale e resta quindi in vigore anche in Piemonte. Continueremo ad assistere le persone che ne fanno richiesta contattandoci attraverso il Numero Bianco (06 9931 3409), difendendole anche sul piano giudiziario in caso di abusi e ritardi da parte del servizio sanitario regionale piemontese. Ripresenteremo la legge “Liberi subito” all’inizio della prossima legislatura”.

Accossato di Liberi uguali verdi: "Centrodestra si è inventato una pregiudiziale pur di non esprimersi"  

"Oggi il Presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, si è arrampicato sugli specchi per motivare una richiesta di pregiudiziale di costituzionalità che non aveva nessun fondamento giuridico pur di non affrontare il tema e non permettere ai membri del Consiglio di esprimersi in merito al fine vita", ha dichiarato in una nota Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale.

"Come ha rimarcato più volte Vladimiro Zagrebelsky, non è in discussione il diritto al suicidio assistito, perché la Corte Costituzionale ha già detto che è un obbligo dello Stato garantire questa libertà al malato. Il tema su cui legiferare in sede regionale piemontese è come eseguire la sentenza della Corte Costituzionale, che oggi in Italia è la legge vigente in materia. La Regione quindi avrebbe piena autonomia nel legiferare sulle procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019. Anzi, a conferma della necessità di tale intervento, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, e lo abbiamo scoperto quasi causalmente qualche settimana fa, l’assessorato alla sanità si è organizzato con un tavolo tecnico per redigere linee guida per tutte le Asl piemontesi, linee guida che al momento non ci è dato conoscere nonostante ripetute richieste di informazioni nel merito", ha proseguito Silvana Accossato.

"Inoltre, come ha ribadito più volte l’Associazione Luca Coscioni, non esiste alcun conflitto tra la scelta delle cure palliative e quella della morte volontaria assistita: nella legalità si rafforzano a vicenda. Infatti una tempestiva visita per verificare le condizioni della persona che chiede di accedere all’aiuto alla morte volontaria può consentire l’accertamento di esigenze proprio sul lato delle cure palliative. E quindi rispondendo tempestivamente a chi richiede di essere aiutato a morire si può intervenire rimediando a una situazione eventualmente carente sul piano delle cure palliative, contribuendo in questo modo a prevenire richieste di suicidio medicalmente assistito. Se si agisce nella legalità sul fine vita, anche le cure palliative ne escono rafforzate", ha continuato Accossato.

"Al primo tentativo di votazione il centrodestra non aveva neanche i numeri in aula, perché erano solo in 21 con il numero legale fissato a 22, la mattinata si è quindi chiusa con un nulla di fatto. Solo nel pomeriggio, al secondo tentativo e per il rotto della cuffia, sono riusciti a votare la pregiudiziale di costituzionalità e ad affossare la proposta di legge buttando così quelle 11.428 firme di cittadini piemontesi nel cestino della spazzatura. Purtroppo si è persa un’occasione per dare prova di sintonia con la società che su questi temi ha posizioni decisamente più aperte e sensibili alla sofferenza. La prossima legislatura non potrà sottrarsi dall’affrontare questo tema", ha concluso la Capogruppo di Luv.

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