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Gettoni di presenza per i consiglieri: scattano le nuove regole ma c'è un "ma"

Doppia firma e almeno metà seduta serviranno per decretare l'effettiva presenza di un consigliere a Consiglio e Commissione. Ci sono però critiche, Viale: "E' la degenerazione italica", Bertola: "Sistema stupido"

A ogni presenza alle sedute del Consiglio comunale e alle Commissioni i consiglieri guadagnano un gettone di presenza che, accumulati a fine mese, si tramutano in rimborsi economici. Centoventi euro lordi guadagnati ogni volta che sono presenti, per un massimo di diciannove presenze retribuite al mese. A fine mese, lordi, fanno 2.280 euro. L’accento si pone però sul cosa è la “presenza”. Dopo l’indagine aperta dalla Procura sulle “presenze finte” di alcuni consiglieri della Circoscrizione 5, i quali prendevano il gettone di presenza senza essere effettivamente presenti, la Sala Rossa ha apportato alcune modifiche all’erogazione di questi rimborsi per i consiglieri comunali.

Le novità sono state introdotte nel Titolo III del Regolamento del Consiglio comunale. “I consiglieri che non rispondono all’appello nominale in Consiglio comunale o che sono stati considerati assenti in fase di rilevazione delle presenze nelle commissioni consiliari, devono essere considerati assenti qualora non sia constatato il numero legale in tale occasione”. A questo si aggiunge il punto più importante: la “durata” in aula affinché la presenza sia effettivamente considerata presenza. “I consiglieri devono aver fatto constatare la propria presenza per almeno metà della durata di ogni seduta di commissione o, in alternativa, per almeno quarantacinque minuti – sostanzialmente corrispondenti alla metà della durata media delle sedute delle commissioni consiliari svoltesi nell’anno trascorso – nel caso la durata della seduta sia superiore ai novanta minuti”. In caso di mancato raggiungimento del numero legale invece, anche i consiglieri presenti non prenderebbero il gettone di presenza.

Sui soldi della politica, è cosa nota, l’opinione popolare è molto critica. E anche su questo argomento, nelle ore successive alla modifica del regolamento comunale, non sono mancati confronti tra amministratori e cittadini, con annesse spiegazioni. “I consiglieri non hanno uno stipendio, hanno un gettone di presenza - scrive su Facebook Vittorio Bertola, capogruppo del Movimento 5 Stelle -. E’ un sistema stupido perché se tu fai seriamente il lavoro di consigliere la gran parte del tuo tempo non è retribuito e d’altronde - continua - volendo, uno può limitarsi a venire quelle 19 volte (per 45 minuti ognuna)”. A questo risponde ironicamente D.B.: “Anch'io voglio timbrare la mia giornata lavorativa di 8 ore, fare 45 minuti ed essere retribuito l'intera giornata. Pensi che con la doppia timbratura, posso farlo?”. Ironia a parte, la proposta della doppia firma, ma con una presenza minima del 70% della seduta, era stata avanzata già dai grillini quattro anni fa, a inizio mandato. All’epoca però fu bocciata.

Al "social dei commenti" ha preso parte anche il consigliere Silvio Viale che ha dato la sua spiegazione in modo molto diretto, come suo solito fare: “Uno può stare tre ore in Commissione e non fare niente, ascoltando chiacchiere inutili. Un altro - scrive - può stare 20 minuti, intervenire e dire cose sensate. Esiste la politica e uno risponde ai propri elettori non per il tempo che spreca ma per quel che fa. Questa roba della presenza è la degenerazione italica, soprattutto nel pubblico, in cui il lavoro è la presenza e non quello che fa. Oggi, intascando un gettone di presenza lordo, sono stato impegnato dalle ore 12:45 alle ore 20:50”.

A proposito di numeri, nel 2014 Michele Paolino e Giovanni Ventura sono i consiglieri comunali che hanno fatto più presenze in Sala Rossa con 54.

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