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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Firme false Piemonte, il Pd vuole patteggiare

Nove funzionari su dieci coinvolti hanno chiesto questa possibilità alla procura: per loro pene variabili tra i 5 mesi e 20 giorni e i 12 mesi. Solo uno, Florio, confidando nell'assoluzione piena, in vista di una sua eventuale nuova candidatura, ha scelto il rito ordinario

Si arrichisce di un nuovo capitolo la vicenda delle presunte firme false presentate per concorrere alle elezioni regionali del 2014. Dopo la sentenza di ieri con la quale il Consiglio di Stato ha definitivamente sentenziato la legittimità del voto e respinto i ricorsi della Lega Nord, oggi nove dei dieci funzionari del Pd piemontese ritenuti responsabile della falsificazione hanno chiesto di patteggiare di fronte al Gup torinese Paola Boemio, pene variabili tra i 5 mesi e 20 giorni e i 12 mesi. Solo uno dei dieci imputati, Rocco Florio, presidente della circoscrizione V ha invece scelto il rito ordinario confidando nell'assoluzione piena in vista di una sua eventuale nuova candidatura. 

Con il patteggiamento, se verrà accettato, si esclude la possibilità di risarcire le parti civili, in altre parole gli elettori di schieramenti diversi, che si ritengono danneggiate dalla vicenda. E si toglie un elemento di turbativa, il processo, dalla prossima campagna elettorale per il sindaco di Torino. 

Quello di oggi è uno dei tanti filoni di cui si compone la stessa vicenda. Accanto al procedimento amministrativo e a quello penale, affrontato oggi, resta quello civile, sui falsi della lista Pd di Torino, ammesso dal Tar del Piemonte e che potrebbe portare alla decadenza degli otto consiglieri regionali eletti dal Pd nella lista. I tempi perchè questo processo venga definito non saranno comunque brevi.

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