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Elezioni comunali 2016

Chiara Appendino e Piero Fassino, una sfida in perfetto stile sabaudo

I due candidati, che in occasione dei confronti tv non hanno lesinato frecciatine all'avversario, hanno però sempre mantenuto i toni bassi

Tutto sommato a Torino, come vuole il rigore sabaudo, i toni della campagna elettorale sono rimasti bassi. Tra i due aspiranti sindaco che oggi, domenica 19 giugno, se la vedranno al ballottaggio, qualche scaramuccia e diverse frecciatine - soprattutto in occasione degli ultimi confronti all'americana - ma nulla a che vedere con le tensioni che si sono viste tra candidati, in altre città italiane.

Piero Fassino ha chiuso l'ultimo giorno di campagna elettorale - venerdì 17 - tra una conferenza stampa sui cantieri della città, vari incontri sul tema dellavoro e un incontro con l'ex ministro Cesare Damiano. Lei, Chiara Appendino, ha trascorso, come ama fare, ancora una mattina tra la gente al mercato. Ma nessuno dei due si è perso la partita della nazionale italiana alle 15, impegnata a giocare contro la Svezia. Fassino ha seguito il primo tempo presso il Comitato Inquilini di corso Taranto e il secondo, dove ha assistito alla vittoria dell'Italia, in corso Belgio, presso la Circoscrizione 7.

La candidata del M5S invece era a tifare la nazionale con il suo staff al Caffè Movie di corso Spezia. E comunque vada al ballottaggio Chiara Appendino è consapevole di aver raggiunto a Torino un risultato storico. Ha portato il Movimento Cinque Stelle a essere il primo partito a Torino, "Anche se - Fassino puntualizza - il Pd è primo in 28 quartieri su 34".

Ha costretto Piero Fassino, sindaco uscente e veterano della politica italiana, a misurarsi al ballottaggio, dopo confronti televisivi dove il gioco è stato praticamente alla pari. Perchè forse in fondo qualcosa di simile, non ideologicamente ma caratterialmente, tra i due c'è: entrambi torinesi doc, precisi, determinati e misurati nei modi. Mai una caduta di stile, nè da una parte, nè dall'altra. 

Tant'è che all'ultimo confronto lui ha pure azzardato: "Chiara è intelligente e combattiva, la prenderei nella mia squadra". Lei però, molto "fassinianamente", al gioco non c'è stata: "Io la mia squadra ce l'ho già". E alla fine, sorridenti, si sono stretti la mano.

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