rotate-mobile
Politica

Circoncisione rituale, la Regione agli imam: "Andate in ospedale a farla"

Dopo i tragici fatti di cronaca di fine maggio e inizio giugno è stato avviato un percorso di informazione e collaborazione

A fine maggio la vicenda di Henry, il neonato ghanese morto dopo una circoncisione “casalinga”, e a inizio giugno il salvataggio in extremis di un bambino marocchino di tre anni. In entrambi i casi l’intervento clandestino era stato eseguito da un chirurgo improvvisato.

Giovedì la Regione Piemonte, tramite Monica Cerutti, assessora all'Immigrazione, ha voluto fare chiarezza sul tema della “Circoncisione rituale”: “Nei mesi scorsi a Torino si sono verificati fatti drammatici che non devono mai più accadere, è per questo motivo che abbiamo chiesto ai rappresentanti del mondo islamico di essere veicolo verso la cittadinanza delle possibilità che il servizio sanitario regionale offre. La Regione Piemonte dal 2009 ha inserito gli interventi di “Circoncisione rituale” tra le attività ospedaliere ordinarie con copertura della spesa sia in regime ambulatoriale, ma anche di ricovero. Abbiamo avviato un percorso di informazione, collaborazione e confronto con i rappresentanti delle moschee e delle comunità musulmane per la stesura della nuova legge regionale sulla promozione della cittadinanza”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Circoncisione rituale, la Regione agli imam: "Andate in ospedale a farla"

TorinoToday è in caricamento