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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Reddito di cittadinanza, l'allarme di Appendino: "Oltre 7mila famiglie in Piemonte resteranno senza"

Cosa cambia: le nuove regole

"In Piemonte 7.299 famiglie perderanno il reddito di cittadinanza, 4.615 solo in provincia di Torino. Lasciarle senza protezione sociale è da irresponsabili, come lo è averle illuse di coinvolgerli in corsi di formazione mai partiti. Ultimi abbandonati e premi agli evasori: questo è il Governo Meloni".

169mila in Italia 

Così Chiara Appendino dopo le comunicazioni di interruzione del reddito o della pensione di cittadinanza a partire da agosto, inviate a 169mila famiglie italiane che non soddisfano i nuovi requisiti previsti dalla legge, ossia la presenza di almeno un componente disabile, minore o ultra 65enne. L'ultima erogazione del sussidio è avvenuta il 27 luglio.

Il messaggio in questione informa che la sospensione è temporanea in attesa della valutazione dei servizi sociali. Si stima inoltre che tra agosto e settembre altre 80mila famiglie subiranno la stessa interruzione del beneficio in quanto scade il periodo di concessione di sette mesi.

La visione di Lo Russo e Cirio

"La situazione in questi giorni è molto tesa - commenta il sindaco di Torino, a proposito delle novità del governo Meloni sul reddito di cittadinanza - poiché sta mancando, sulla base di ciò che stiamo vedendo, ai nostri sportelli dei servizi sociali, un adeguato accompagnamento alla rimodulazione e revoca della misura. E i comuni stanno chiedendo al governo di intervenire anche perché molto spesso, in questa cornice si gioca la tenuta sociale della nostra città. Torino non fa eccezione, anche se la situazione non è drammatica come in altre parti d'Italia. Ma stiamo vedendo tanta richiesta di servizi al comune che in realtà non ha strumenti per poter intervenire e che deve essere messo in condizioni di poterlo fare". 

"A proposito del reddito di cittadinanza - ha aggiunto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio - c'erano delle cose che erano da cambiare. La misura va certamente rimodulata, non cancellata. Era uno strumento abusato per questo verrà rivisto:  il governo non ha cancellato l'aiuto agli indigenti ".

Cosa cambia con le nuove regole

Fino a ora alla misura, introdotta nel 2019 dal governo Conte, potevano accedere tutti i cittadini, italiani o titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo, residenti in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda, e con un Isee non superiore ai 9.360 euro. 

Ma con le novità introdotte dal governo Meloni, continueranno a beneficiarne fino a dicembre 2023 solo le famiglie in cui sono presenti minori, disabili, persone con più di 60 anni o in carico ai servizi sociali poiché “non abili al lavoro”. A partire da gennaio 2024, per ottenere l'assegno, dovranno invece presentare la domanda. 

Tutto cambia per i nuclei familiari dove sono presenti soggetti occupabili, persone cioè tra i 18 e i 59 anni. Le nuove direttive stabiliscono il limite massimo di sette mensilità di reddito di cittadinanza che possono essere fruite nel 2023: per tanti, dunque, con il mese di luglio, questa possibilità si esaurisce.

A partire dal 1° settembre potranno richiedere il supporto per la formazione e il lavoro, con limite Isee di 6mila euro, e un contributo mensile di 350 euro per 12 mesi e la partecipazione obbligatoria a progetti di formazione, di qualificazione e orientamento professionale e accompagnamento al lavoro.

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