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Cannabis, sì all'uso medico: presto il via alla somministrazione in Piemonte

L'assessorato alla Sanità è al lavoro per deliberare gli impieghi e la somministrazione della cannabis per uso terapeutico. "Il Servizio sanitario regionale assumerà a proprio carico la spesa relativa all’erogazione dei cannabinoidi"

Non ci sono ritardi né disattenzione sull'attuazione della legge regionale approvata lo scorso giugno: l'uso terapeutico della cannabis in Piemonte sarà presto realtà, la Giunta Chiamparino sta solo attendendo il decreto ministeriale in materia, sul quale la conferenza dei presidenti delle Regioni si è espressa positivamente la scorsa settimana e che ora è in fase di definitiva emanazione. A dirlo è l'assessore alla Sanità Antonio Saitta, che oggi ha condiviso i principi sui quali il suo assessorato sta lavorando fin dall’estate.

"Il decreto ministeriale, sulla base delle evidenze scientifiche fino ad ora prodotte e che dovranno essere aggiornate periodicamente - dice l'assessore Saitta -, stabilisce che l’uso medico della cannabis può essere considerato un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard. Cioè quando i trattamenti consueti non hanno prodotto gli effetti desiderati, è possibile passare all’impiego ad uso medico della cannabis e solo per alcune precise patologie gravi”.

Sei le patologie previste per l'uso della cannabis: questa potrà essere prescritta in stato di analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (come la sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali. Stesso discorso quando ci si trova di fronte a un dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace. La cannabis potrà ancora essere utilizzata come effetto anticinetosico e antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali, o come effetto stimolante l’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard, o ancora come effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali. Infine, l'ultimo caso in cui è prevista la prescrizione di cannabis, è per la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard.

La prescrizione dovrà essere effettuata da medici specialistici che operano in strutture ospedaliere o dal medico di medicina generale. La somministrazione potrà avvenire sia in ambito ospedaliero che domiciliare. "Il Servizio sanitario regionale - aggiunge Saitta - assumerà a proprio carico la spesa relativa all’erogazione dei cannabinoidi per le condizioni patologiche individuate e solo quando il trattamento sia ritenuto dal medico indispensabile”

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