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Una "zona a luci rosse" per far pagare le prostitute, la proposta shock della Lega

Creare una zona a luci rosse, una serie di appartamenti dove le prostitute possano svolgere la loro attività controllate e dietro il versamento di un canone al Comune

Torna a parlare della lotta contro la prostituzione la Lega Nord, dopo il referendum popolare proposto lo scorso giugno in merito all'abolizione della legge Merlin del 1958 che abolì di fatto le case chiuse. L'ipotesi, stavolta, è quella di realizzare una sorta di "zona a luci rosse" e di appartamenti all'interno dei quali le "lucciole" possano svolgere la loro attività dietro il corrispettivo di un canone da versare nel Comune. Un buon modo per rimpolpare le casse di Palazzo Civico e, al contempo, ripulire le strade dal degrado comportato dalla prostituzione.

Il riferimento immediato, che salta subito all'occhio, è quello della sentenza 33160 del 31 luglio 2013, emessa dalla Suprema Corte di Cassazione la quale sancisce che chi concede in locazione un appartamento a una persona che esercita la prostituzione, pur sapendo di questa attività e pur conoscendo le intenzioni di adibire il locale al meretricio, non deve rispondere del reato di favoreggiamento della prostituzione. "Non essendo reato la prostituzione in sé - afferma il capogruppo della Lega Nord in Sala Rossa Fabrizio Ricca - né essendo perseguibile per favoreggiamento chi concede in locazione un appartamento a una sola persona pur sapendo che essa si prostituisce, mi chiedo per quale motivo nessuno abbia ancora pensato a risolvere la questione della prostituzione di strada".

L'appello è senza dubbio rivolto all'amministrazione comunale anche se c'è da scommettere che la lotta alla prostituzione potrebbe essere senz'altro un tassello fondamentale della prossima ed eventuale campagna elettorale. La "zona a luci rosse" peraltro potrebbe essere controllata anche in accordo con le Asl del territorio, in modo tale da garantire la maggiore igiene possibile. "Ovviamente, finché la prostituzione, pur non illegale, continuerà a non essere regolamentata - conclude Ricca - il Comune non potrà chiedere tasse a chi svolge tale attività. Ma un canone di locazione sì, purché negli appartamenti affittati non esista una forma di organizzazione e l'esercizio del meretricio non sia praticato da più persone in un unico appartamento. In alternativa il Comune dovrebbe intensificare il controllo nelle strade, ma non lo fa. E questo sì che significa chiudere un occhio sull'illegalità".

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