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Reddito di cittadinanza, a Torino lo perde il 60% di chi lo riceveva: "Conseguenze drammatiche"

Alice Ravinale di Sinistra Ecologista ha presentato in consiglio comunale un documento per chiedere di non ridurre la misure si sostegno economico

Il 60% dei torinesi che percepiscono il reddito di cittadinanza non lo riceveranno più. Questo perché rimarranno esclusi in seguito alle modifiche al sostegno messe in atto dal Governo Meloni. A snocciolare il dato è Alice Ravinale, consigliera comunale di Sinistra Ecologista, e prima firmataria di un atto di indirizzo politico che ieri - lunedì 6 giugno - è stato discusso a lungo in Sala Rossa e che chiede di non ridurre il sostegno al reddito. L'atto è stato firmato anche da Tiziana Ciampolini (Torino Domani), Nadia Conticelli (Partito Democratico) ed Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS). 

"La scelta del Governo di smantellare il reddito di cittadinanza avrà conseguenze drammatiche sulla vita delle persone e sulla tenuta delle nostre comunità", spiega Alice Ravinale, "oltre il 60% dei torinesi e delle torinesi che percepivano il reddito è oggi escluso dalla misura, a fronte delle novità del Decreto Lavoro". Decreto che viene definito un attacco alle fasce più povere della popolazione. 

Non solo però un problema per il singolo cittadino che perderà il provvedimento, ma secondo Ravinale un problema anche per le casse comunali: "Lo smantellamento del reddito di cittadinanza rappresenta un enorme problema per il welfare cittadino: basti pensare che prima dell’introduzione del reddito di cittadinanza, la Città stanziava oltre 5 milioni per l’assistenza economica, oggi ridotti ad 800.000 euro. Il Decreto Lavoro avrà un impatto rilevante anche sul bilancio cittadino, a danno di tutte e tutti". 

A Torino, secondo i dati riportati da Elena Apollonio di DemoS, nel 2022 il 7% delle famiglie di Torino usufruiva del reddito di cittadinanza, il doppio rispetto a Milano e Bologna e il triplo di Firenze. In crescita del 3,6% rispetto all’anno precedente. Il Piemonte ha chiuso il  2022 con un totale di 76.000 nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza; mentre, il numero di persone riceventi la mensilità è di circa 160.000. "In Piemonte il numero dei percettori di questo sostegno aumenta più che in altre regioni e provincie del nord", spiega Apollonio, "Sintomo di un’inflazione che pesa sulle famiglie più fragili e che sta allargando la platea di persone con lavori precari e sottopagati. A Torino, inoltre, con l’arrivo  degli sfratti, sarà un massacro sociale".

"Torino è famosa in tutta Italia per essere laboratorio sociale altamente innovativo, da decenni la Città e le realtà di Terzo Settore portano avanti sperimentazioni di avanguardia nel campo del welfare di prossimità, nella lotta alla povertà alimentare, nel welfare culturale. L’unico modo per dare senso a queste sperimentazioni è farle diventare nuove politiche pubbliche. Le scelte governative invece stanno riducendo le politiche sociali a interventi di benevolenza",  aggiunge Tiziana Ciampolini di Torino Domani.

"Chiediamo un maggiore impegno a favore del sostegno del reddito e di una maggiore inclusione sociale. Uno stato civile non può abbandonare le persone che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica, ma deve sostenerle e accompagnarle con un welfare adeguato", conclude Nadia Conticelli, "A Torino nel 2022 sono stati censiti 20mila poveri in più rispetto al 2019, anno che ha preceduto la pandemia. Gli enti e le associazioni sul territorio non possono da soli sostenere queste famiglie. È necessario affrontare la situazione con un approccio globale, attuando provvedimenti che affrontino il problema nella sua complessità". 

Il documento proposto da Alice Ravinale è stato approvato dal consiglio comunale di Torino con 24 voti a favore, 8 contrari e 1 astensione. Nella maggioranza Moderati e +Europa&Radicali Italiani si sono astenuti. 

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