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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mostre Centro / Corso Valdocco, 4

La Torino dei migranti africani al Museo della Resistenza

Sogni, speranze e disillusioni dei migranti dell'Africa subsahariana in Italia, nell'esposizione fotografica "Miraggio Europa", prorogata fino al 30 dicembre 2011

Al Museo Diffuso della Resistenza Torino ci si confronta con il resto del mondo, nell’esposizione “Turin Earth” allestita per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia. Traendo spunto da Google Earth, sito interattivo contenente le mappe di tutto il mondo, la mostra approfondisce le realtà culturali della città su tre dimensioni: quella cittadina, quella dei quartieri, quella dei singoli individui. Accompagnato dalle parole degli immigrati torinesi e da numerose fotografie della Torino multietnica, lo spettatore prende parte alla vita dei migranti con video interattivi di interviste e testimonianze, potendo dialogare attraverso uno schermo con Berthin, Mustafa, Mirella e Silvana. Quattro le domande possibili: “mi parli di te?”, “Che lavoro fai a Torino?”, “Come ti trovi nel nostro paese?”, “Che cosa vedi nel futuro?”.

Accompagna l’esposizione la splendida mostra fotografica “Miraggio Europa”, curata da Lorenzo di Pietro. La sequenza di fotografie, scattate nel gennaio 2010, racconta l’esperienza dei migranti che da Niamey, in Niger, attraversano il paese per raggiungere la Libia, da dove salperanno per l’Europa. L’evidente pregio degli scatti di di Pietro è quello di mostrare la tratta dei migranti dal punto di vista dei migranti stessi, seguendoli dal punto di partenza del loro viaggio. Solo così si possono comprendere le loro intenzioni, le speranze, e le sofferenze che affrontano in un tragitto lungo e pericoloso: “Arrivati in Libia – racconta l’autore – molti immigrati vengono arrestati e portati in galere simili a lager, sove subiscono ogni tipo di violenza”. 
 

La Torino dei migranti africani al Museo della Resistenza

 
Ma cosa spinge un migrante a una tratta lunga e faticosa verso l’ignoto? Lo chiediamo a Bwambale Micah, cittadino ugandese di 17 anni che sogna di lasciare la sua nazione per venire in Italia. “L’Uganda è un paese stabile, e in questi mesi sono stati trovati dei giacimenti di petrolio che potrebbero aiutarne lo sviluppo, ma io voglio andarmene, per vivere in Italia. Lì c’è tutto quello che sogno di trovare, un lavoro, soldi, e chissà, una ragazza italiana. Finito il liceo cercherò i soldi per pagarmi l’università, e una volta laureato troverò un modo per venire in Italia, il paese europeo più semplice da raggiungere. Sto già imparando la lingua”. 
 
Nella moderna comunità globale sembra sempre più importante approfondire il contatto ed il confronto con gli stranieri, portatori di un diverso retroscena culturale, comprendendo le potenzialità – piuttosto che le minacce – dell’arrivo di migranti nelle nostre città. Essi sono solitamente gli individui più brillanti, e con i più alti titoli di studio, che sopportano le sofferenze della tratta per raggiungere il “miraggio Europa” alla ricerca di un lavoro e di una dimora. Solo quando questi vengono a mancare l’unica alternativa diventa la delinquenza.
 

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