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L'ultra maratoneta Simone Leo in visita alla chiesa di Scientology

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

Torino: Venerdì scorso l'ultra maratoneta Simone Leo, testimonial de La Via della Felicità, ha visitato la Chiesa di Scientology di Torino, in via Villar 2 e in un caldo pomeriggio di agosto ha raccontato la sua storia.

In breve: nel 2007 era un sedentario incallito, 90 kg e poltrona; nel 2013 è entrato nel gotha dell'ultra maratona.

Trentacinque anni da compiere a novembre, ferroviere piemontese di Novara che risiede a Milano, ora pesa 72 kg e da quel neanche troppo lontano 2007 ha percorso quasi 13.000 km sulle proprie gambe, tra allenamenti e gare massacranti.

L'ultra maratona, per intenderci, è una disciplina sportiva che prevede di percorrere distanze più lunghe della maratona, ossia i tradizionali 42,195 km delle olimpiadi o dei mondiali di atletica leggera.

Ma esistono gare che arrivano a 100 km come la Firenze Faenza, la 100 km del Sahara e la 212 km del lago Balaton, in Ungheria: sì, avete letto bene 212 km.

Ed è proprio tagliando il traguardo della UltraBalaton, considerata tra le 5 gare su asfalto più dure al mondo, che lo scorso giugno Simone si è ritagliato uno spazio di spicco nel mondo dello sport nostrano essendo uno tra i 14 italiani ad esserci riusciti.

Una élite di sportivi lontani dai riflettori, ma così tenaci che non possono non suscitare come minimo curiosità, interesse, spesso moltissimo rispetto.

I 212 km del lago ungherese, Simone li ha percorsi in 31 ore, 8 minuti e 8 secondi.

Da quando ha iniziato a partecipare alle competizioni ha legato il suo nome alle campagne sociali promosse dalla Chiesa di Scientology della quale è membro da molti anni: da "Dico NO alla Droga" a La Via della Felicità, la guida al buon senso scritta nel 1980 da L. Ron Hubbard, di cui è ormai testimonial fisso.

"Chiunque creda in qualcosa e persista in quella direzione può riuscire a raggiungere ciò che vuole" - spiega Simone - "La corsa e in particolare l'ultra maratona, mi ha insegnato proprio questo.

Il libretto che promuovo quando corro, mostra una strada che tutti possono seguire per raggiungere i propri desideri di felicità.

Certo non è mai facile. Serve innanzitutto l'intenzione di farcela.

Gli altri ingredienti sono applicazione, dedizione, impegno, competenza, lealtà e onestà con se stessi e con gli altri, ma alla fine tutti ce la possono fare.

Il fatto di riuscire a diventare un atleta perdendo il peso in eccesso, il fatto di percorrere tutta quella strada sulle mie gambe, il fatto di trovare la forza di lavorare, sposarmi, migliorare spiritualmente, fare volontariato e allenarmi, fare tutto contemporaneamente, all'inizio mi sembrava impossibile, ma lo sto facendo e sto realizzando molti dei miei sogni più belli.

Ma garantisco, non sono un superuomo. Se l'ho fatto io, ci possono riuscire proprio tutti".

Per la sua prossima impresa Simone Leo ha scelto il capoluogo piemontese: il 12 ottobre 2013 parteciperà alla 100 km delle Alpi, da Torino a Saint Vincent.

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