Libri e antichi giochi dai mille volti in mostra a Palazzo Barolo
Volti che si animano, espressioni che cambiano. Circa settanta libri animati, illustrati, abbecedari e giochi in prevalenza ottocenteschi e del primo Novecento costituiscono l’affascinante percorso della mostra: “Tante teste tanti cervelli. Lanterna magica delle facce umane”, che si inaugurerà il 3 dicembre prossimo al Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia, a Palazzo Barolo.
L’esposizione è curata da Pompeo Vagliani. Il materiale esposto, dedicato ad esplorare i rapporti tra libri animati e precinema, proviene dall’archivio e dalla biblioteca della Fondazione Tancredi di Barolo. Il focus specifico riguarda il tema delle metamorfosi del volto e si collega alla mostra #FacceEmozioni. 1500-2020: dalla fisiognomica agli emoji, attualmente in corso al Museo Nazionale del Cinema, curata da Donata Pesenti Campagnoni e Simone Arcagni.
I preziosi materiali esposti mostrano gli effetti di animazione dei volti e di mimica delle espressioni ottenuti mediante dispositivi che vanno dai sistemi di leveraggi – di cui Lothar Meggendorfer fu maestro indiscusso – alle ruote rotanti (volvelle), ai pop-up, fino a libro metamorfico Têtes folles di Walter Trier (1948), che ha fortemente suggestionato Queneau da ragazzo, ispirandogli successivamente il suo Cent mille milliards de poèmes del 1961.
L’esposizione intende anche mostrare in che modo i principi e le suggestioni delle teorie fisiognomiche hanno influito e come sono stati utilizzati nel campo della didattica, a partire dai libri di insegnamento elementare dell’alfabeto, nati intorno alla seconda metà dell’Ottocento in Francia per i sordomuti, ma poi estesi alla didattica generale all’interno delle scuole.
Tra i materiali più preziosi esposti, un raro esemplare di abbecedario francese del 1886, di grandi dimensioni (50 x 62 cm), in cui si utilizza la fotografia al fine di cogliere in modo istantaneo il movimento delle labbra, collegandosi con molta probabilità alle esperienze avviate negli anni ’80 dell’Ottocento da Etienne-Jules Marey e Georges Demenÿ relative all’educazione dei sordomuti, prima dell’invenzione di qualche anno più tarda della cronofotografia.