"La bisbetica domata", Les Ballets de Monte-Carlo al Teatro Regio
Al Regio a novembre va in scena la grande danza. Dal 6 al 10 va in scena la Compagnia dei Ballets de Monte-Carlo, che presenta La bisbetica domata nella versione, dal taglio moderno e di grande sensibilità, di Jean-Christophe Maillot su musiche di Dmitrij Šostakovi?.
Mercoledì 6 novembre alle ore 20 Les Ballets de Monte-Carlo tornano al Regio, a dieci anni di distanza dalla splendida Bella addormentata del 2010, per presentare il celebre balletto in due atti su soggetto di Jean Rouaud dall’omonima commedia di William Shakespeare. Per la prima volta a Torino, La bisbetica domata è il titolo creato nel 2014 per il prestigioso Teatro Bol'šoj e vincitore nel 2015 di tre Masques d’Or come miglior balletto, diventato in brevissimo tempo una vera e propria hit nei teatri di tutto il mondo.
La coreografia è firmata da Jean-Christophe Maillot, assistito da Bernice Coppieters, le scene sono di Ernest Pignon-Ernest, i video di Dominque Drillot e Matthieu Stefani, i costumi di Augustin Maillot e le luci di Dominique Drillot. I protagonisti sono Ekaterina Petina e Alessandra Tognoloni nel ruolo di Caterina e Matèj Urban e Francesco Mariottini in quello di Petruccio. In scena i quarantasette ballerini della Compagnia tra i quali spiccano molti italiani.
Jean-Christophe Maillot è un personaggio d’eccezione nel mondo della danza: figlio d’arte, vince il Prix de Lausanne nel 1977, a soli 17 anni, e viene chiamato da John Neumeier all’Hamburg Ballett. La sua carriera da solista si interrompe bruscamente per un infortunio dopo soli cinque anni, ma l’incidente apre a Maillot le porte a una seconda, prolifica vita artistica, quella del coreografo. Nel 1993 la sua storia professionale si lega a doppio filo con Les Ballets de Monte-Carlo, compagnia patrocinata e fortemente voluta da S.A.R. la Principessa di Hannover.
Maillot sviluppa una cifra artistica inconfondibile, strettamente connessa al teatro e alle arti visive, rendendo Montecarlo una meta per i ballettomani di tutta Europa; una storia che si ricollega, idealmente, ai mitici Ballet Russes di Djagilev, che proprio a Montecarlo fecero furore e scandalo nei primi due decenni del ‘900. Maillot firma, negli anni, una quarantina di titoli indimenticabili, che valgono alla Compagnia premi e riconoscimenti internazionali, sempre affiancato dal suo team artistico: la divina e musa del coreografo, Bernice Coppieters, sua assistente, Ernest Pignon-Ernest, scenografo, e Dominique Drillot, light-designer.
Una trama “spigolosa” quella della Bisbetica, e forse per questo spesso trascurata dal teatro contemporaneo: difficile far rientrare nei canoni politically correct di oggi la storia shakespeariana che molto, troppo facilmente, può essere letta come un inno al maschilismo e alla repressione femminile. Battista, ricco gentiluomo padovano, non può dare in sposa la remissiva figlia minore Bianca finché la primogenita, la scontrosa e ostinata Caterina, non avrà trovato marito. Entra così in scena Petruccio, cacciatore di dote, che accetta di fare la corte alla bisbetica e, dopo averla sposata, umiliata e offesa, saprà condurla a più miti consigli, trasformandola finalmente in una moglie docile e ubbidiente.