Interplay, gli spettacoli online del 22 maggio
Dopo il successo digital del debutto, Interplay presenta la seconda serata del festival sui canali Facebook, Instagram e Youtube, così come sul sito www.mosaicodanza.it.
Il tema del festival 2020 è quello della sfida: scelto prima della pandemia di COVID19 il tema è ancora più urgente e attuale. La sfida, la competizione vista come gara per la supremazia sta mettendo a nudo le debolezze e fragilità dei singoli rispetto alla natura troppo maltrattata e a un sistema che lascia molti ai margini della società, che difficilmente accoglie e riconosce “gli altri” come parte di sé stesso.
Ad inaugurare il festival, in una serata ricchissima che si sarebbe dovuta tenere alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, alle 20.30 l'introduzione del giornalista e critico Sergio Trombetta e dalle 21 gli spettacoli della coreografa torinese Silvia Gribaudi e la lituana Vilma Pitrinate.
ore 21.00 "To da bone" (50'), Ballet National de Marseille / (La) Horde (Fr).
Coreografia: (LA)HORDE: Marine Brutti, Honathan Debrower, Arthur Harel
È la prima italiana, quella che si potrà vedere in #digital a Interplay 20/20 per questo spettacolo di Marine Brutti, Jonathan Debower e Arthur Harel, ossia (LA)HORDE, collettivo multidisciplinare francese che da poco è stato nominato alla direzione del Centre Choréographique National - Ballet National di Marsiglia.
Lo spettacolo, originariamente programmato alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, trova una giusta collocazione nel digitale perché indaga sul ruolo dei social media, con particolare attenzione proprio a YouTube e Facebook, visti come metodo di espressione per il loro ruolo nella diffusione della cultura, in questo caso della danza che talvolta nasce postando video sui social network, creando così un sistema di gare virtuali e reali tra le comunità di riferimento.
Una sfida nella sfida, una “danza” nata dalla profonda rivolta della gioventù che vive nelle periferie delle grandi città del nord Europa ispirata alla scena musicale hardcore techno anni ’90 e che utilizza diversi stili che vanno dalla Hard-Dance, al Tekstyle e allo Shuffle, ma in particolare il Jumpstyle, nato e diffusosi tramite YouTube e concentrato su salti e il movimento delle gambe, dove le braccia vengono utilizzate principalmente per mantenere l’equilibrio.
In un mondo dove le rivoluzioni accadono di notte e le leggi sono delegate al giorno, quali nuove forme può prendere la ribellione? I giovani condividono le loro routine online, scambiandosi stili e idee, facendo emergere di conseguenza nuove comunità interattive. Definendo il proprio linguaggio “post internet”, (LA)HORDE si interroga sul ruolo dei nuovi media e su come questi possano mobilitare le masse per creare movimenti di opposizione politica e sociale.
To da Bone è stata presentata nel 2016 durante il Danse Elargie a Parigi al Théâtre de la Ville, riscuotendo sin da subito un grande apprezzamento di pubblico, con le sue modalità espressive e coreografiche.
"Posare il tempo" (10'), Claudia Catarzi (IT/FR) coreografia: Claudia Catarzi
Nel lavoro di Claudia Catarzi, coreografa e danzatrice fiorentina, i protagonisti cono il corpo e il tempo. Un corpo che si sdoppia o si associa a un suo simile, che esplora i propri limiti. Il più grande interlocutore del corpo è il tempo - e mai come in questo tempo sospeso dalla pandemia appare evidente. Il tempo scorre, il tempo delle percussioni, quello universale.
La materia prima di questo estratto dello spettacolo sono due corpi, due elementi dell'ordinario, due persone, due ritratti, due entità scultoree, due frammenti, due e a volte uno. Come creta nelle mani di uno scultore sono a servizio di questo esperimento, dello stare, restare, trasformare. “Posiamo” per essere guardarti, “posiamo” il nostro peso, ineluttabilmente sottostiamo alle leggi fisiche della gravità e misteriosamente parliamo senza parole con i nostri corpi, raccontando storie inudibili. Posare il tempo invita a lasciare da parte il nostro insaziabile bisogno di comprendere.