A tutto sound con Groundation e i Mellow Mood
Reggae = Jamaica è un’equazione discussa ormai da molti anni, almeno dall’uscita di London Calling e Sandinista dei Clash. Flowers presenta due band reggae ben poco Jiamaicane, una americana e una italiana che negli anni hanno occupato posto di rilievo internazionale. Nel primo caso si tratta di un gruppo epico, proveniente dalla California: i Groundation. Sono una band completamente a parte nella scena reggae. Il loro suono caratterizzato da sontuose venature jazz è unico nel panorama mondiale tanto da poter essere considerato come fondante di un genere reggae/progressive.
Assistere a un concerto di Groundation è un esperienza straordinaria non solo per l'aspetto strettamente scenico: è un'esperienza gioiosa, una vibrazione quasi mistica. Tra musicisti e pubblico si crea una comunione come nei "grounations" le riunioni rasta dove si canta e si prega. Non è certo un caso che nei dischi di Groundation ci siano leggende come Pablo Moses, Cedric Myton des Congoes, Don Carlos, Apple Gabriel, Ras Michael o Ijahman Levi. Se la musica di Groundation rappresenta le fondamenta, l'edificio sono le liriche di Harrison Stafford, basate sulla quotidianità, sulle difficoltà del mondo, sulla coscienza collettiva. Reggae e jazz ipnotici e positivi e imprendibili.
Gli onori di casa italia spettano ai Mellow Mood, anche qui provenienti da un luogo nell’immaginario agli antipodi di Kingstone: Pordenone. I Mellow Mood dividono con i Groundation una ricerca sulle radici di ciò che suonano. Se i Groundation provano a costruire un arca che contiene l’essenza spirituale del reggae i Mellow stanno cercando le chiavi per aprire quel mondo. Cantano in patois, l’incrocio tra inglese e residui di lingue africane parlato in Jamaica. Affrontano tutto quello che è arrivato da quelle parti senza preconcetti alla ricerca e all’analisi delle radici. Sempre seguiti alla produzione dalla figura influente di Paolo Baldini. Insomma, una grande serata reggae. Quasi una lezione.