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Cena in bianco, AAA cercasi sponsor per l'edizione 2018

L'alternativa è il numero chiuso 

La cena in bianco? Un bel ricordo e forse niente più...salvo sponsor. Antonella Bentivoglio D'Afflitto, l'anima dell'evento che per qualche anno fino all'edizione del 2016 in piazza D'Armi, è stato consacrato come uno dei più glamour dell'ambiente torinese, si arrovella per trovare un modo per organizzarlo di nuovo. E questo, nonostante le nuove regole sulla sicurezza previste dal decreto Minniti. Ma la conclusione è una: impossibile mettere in piedi un evento con 20mila persone e sostenere i costi affinché siano rispettate le norme in vigore. Metal detector, varchi e controlli, da quella maledetta notte di finale di Champions League in  piazza San Carlo, quando nella calca restarono ferite più di mille persone e perse la vita la giovane Erika Pioletti, sono diventati un passaggio obbligato per poter organizzare appuntamenti di grande portata. 

Limitare i partecipanti o trovare gli sponsor

L'anno scorso, per ovviare al problema, si pensò a una Cena in bianco "social" a settembre - in cui ognuno la organizzava a casa sua e postava in tempo reale il momento su Facebook, ndr - ma è inutile dire che la trovata non ebbe lo stesso successo di quella originale. 

"Impossibile affrontare i costi per le norme di safety e security senza un sostenitore che se ne faccia totalmente carico - scrive su Facebook - . La Cena in Bianco a Torino quindi o vedrà ridursi il numero dei partecipanti con un numero chiuso o non c’è storia per poter proseguire nel farla con le logiche di sempre...".

E la Bentivoglio D'Afflitto, che non senza malinconia ricorda  "i tempi andati quando si poteva fare un flash mob tutti insieme e cambiare una sera un luogo “vestendolo” come una camera da pranzo", suggerisce: "A meno che qualcuna delle tante imprese torinesi e piemontesi e/o italiane si proponga per sostenerla totalmente nei costi da affrontare, nel rispetto dei decreti legge sulla sicurezza nei luoghi pubblici, diversamente non si potrà fare".

Plastica, che orrore!

L'ideatrice della Cena in Bianco mette così la pulce nell'orecchio agli imprenditori che avessero voglia di portare avanti un avvenimento, diventato ormai un must della bella stagione, nelle piazze e nei luoghi più suggestivi di Torino. E chiede inoltre ai fan dell'evento che a centinaia, sulla bacheca del gruppo dedicato, cercano informazioni e si informano su un'eventuale edizione nel 2017,  se ha senso snaturare la Cena in bianco per "farla con carta e plastica... e senza la spontaneità di sempre..." Sollecitando infine gli affezionati a dire la loro, "magari una soluzione tutto insieme si trova...chissà?".

E le proposte da parte dei "White friends" non mancano. La più gettonata e che mette tutti d'accordo, è l'idea  di fare pagare a ciascuno una quota di partecipazione: con 5-10 euro a testa, forse si potrebbero sostenere i costi per la sicurezza. Ma il vetro, con le nuove normative, continuerebbe ad essere vietato: come ovviare a quest'altro aspetto? Gli affezionati sono convinti: dalla tavola chic in bianco, banditi piatti e bicchieri in plastica. Un'alternativa potrebbero essere le stoviglie in policarbonato, leggere e gradevoli alla vista. 

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