Il Carnevale del Lajetto a Condove
Riproposto per la prima volta nel 2010 dopo 60 anni di assenza, l’antico Carnevale del Lajetto è ora alla sua 8ª riedizione e fa parte delle più rappresentative e particolari manifestazioni del folklore alpino piemontese. Appuntamento a Lajetto il 26 febbraio, sulla montagna di Condove, con un'unica rappresentazione alle ore 15. Per l'occasione si tiene anche il 1° concorso fotografico "Scatta la maschera: personaggi e simboli del Carnevale del Lajetto". Le "Barbuire", vale a dire i personaggi mascherati, si dividono in due gruppi: i belli (il Monsù e la Tòta, i due Arlecchini, il Dottore e il Soldato) e i brutti (il Pajasso e le coppie di Vecchi e Vecchie).
Protagonista è il Pajasso, che porta con sé un bastone alla cui sommità è legato un gallo: questo personaggio e le coppie di Vecchi si divertono a spaventare i presenti e a far scherzi, soprattutto alle ragazze, vere destinatarie della festa. Il corteo delle Barbuire, accompagnato dalla banda musicale, si snoda per le strette viuzze della borgata, all’epoca assai popolata e per l'occasione ripopolata, per raggiungere un grande prato (el Terahè) dove la folla divertita osserva gli Arlecchini, il Monsù e la Tòta ballare al ritmo della musica della banda, mentre il Pajasso e le coppie di Vecchi continuano le loro allegre scorribande.
Il Dottore corre in soccorso delle Barbuire quando queste, stremate, si gettano a terra fingendosi morte; accompagnato dal Soldato, il Dottore somministra loro la "medicina": vino o grappa! Si giunge quindi al momento culminante della rappresentazione: il Pajasso, tagliando la testa al gallo - che nel frattempo è stato appeso ad un pero in mezzo al grande prato - ammazza se stesso, decretando la morte del Carnevale, la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, in un rituale di fecondità e prosperità per il nuovo anno. -