Bepi D'Amato e Tony Pancella al Capolinea 8
Sabato 26 ottobre ore 22.15 Bepi D'Amato e Tony Pancella, i miti del jazz live al Capolinea 8. Dopo il debutto a Pescara Jazz 2014 e numerosi concerti nei Jazz club più prestigiosi in Italia, D’Amato e Pancella hanno suonato con questo progetto presso i Musei Vaticani nel 2015, presso l’Istituto Italiano di Cultura ad Istambul nel 2016, per l’Associazione “La Verdi” di Milano e presso il Conservatorio di Musica di Cesena nel 2017, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba, l’Istituto Italiano di Cultura di Sydney, il Brisbane Jazz Club ed in Israele nel 2018.
Bepi D’Amato (ha collaborato con Carlo Loffredo, Romano Mussolini, Marcello Rosa, Lino Patruno, Larry Franco, Dado Moroni; è ancora oggi solista principale della Italian Big Band diretta da Marco Renzi; ha suonato con Tony Scott, Buddy De Franco, Kenny Davern, Dee Dee Bridgewater, Clark Terry, John Faddis, Larry Willis, Gary Smulyan, Ira Coleman, Jimmy Woode, Bobby Durham) e Tony Pancella (collaborazioni con Lee Konitz, Jimmy Knepper, Jimmy Owens, Cameron Brown, Charles Tolliver, Kim Parker, Tony Scott, Ulf Radelius, Keith Copeland, Steve Turre, John Mosca, Ray Mantilla, Joe Magnarelli, Steve Thompson, Miles Griffith, Aaron Walker, Paul Beaudry, Bobby Durham, Larry Willis, Buddy De Franco, Phil Woods, Deborah Brown, Eliot Zigmund, Joshua Breakstone, Helen Merrill, e tanti ancora) suonano insieme da più di quaranta anni, ma è relativamente recente il progetto del duo clarinetto-pianoforte, denominato “Duke, Monk & vice-versa”.
I due musicisti si sono proposti di accostare, comparare, coniugare, intersecare le composizioni di due geni del Jazz, Duke Ellington e Thelonious Monk, così diversi eppure così vicini ed egualmente importanti per la storia del Jazz, con un occhio di riguardo per Billy Strayhorn. L’organico del duo è stato scelto per dare il massimo risalto all’interplay ed alla libertà negli arrangiamenti, accuratamente stabiliti eppure spesso estemporaneamente rielaborati, e per poter disporre di varie sonorità, a tratti cameristiche, a tratti belluine, ma sempre radicate nella tradizione più profonda della musica afro-americana di Duke e di Monk.