"Delitto imperfetto" al Teatro San Paolo di Rivoli
Lui, lei, l’altro. Lei, l’altro, lui. Lui, l’altro, lei: quando l’amore diventa confusione, poi ossessione e, infine, delitto. La torinese Onda Larsen torna in scena venerdì 21 e sabato 22 febbraio: lo fa alle 21 al Teatro San Paolo di Rivoli, via Berton 1, con “Delitto imperfetto”. Un delitto quasi perfetto perché non e? facile improvvisarsi killer, non tutti sono portati per il crimine e il risultato può essere piuttosto imperfetto, per non dire goffo o, addirittura, disastroso.
Ma sicuramente esilarante. Ma il testo, secondo un tratto che contraddistingue tutta la produzione di Onda Larsen, offre spunti di riflessione su temi estremamente attuali: l’incapacità? della gestione dei rapporti di coppia, l’assurda concezione di possedere il partner e l’ineducazione sentimentale, in una commedia irriverente, politicamente scorretta e a tratti grottesca.
Il testo è di Claudio Insegno, regia di Andrea Borini, sul palco Riccardo De Leo, Gianluca Guastella, Lia Tomatis. Scene e costumi a cura di Augusta Tibaldeschi. Realizzazioni scenografiche a cura di Yasmin Pochat. Note di regia, a cura di Andrea Borini
“Delitto imperfetto” rientra in un percorso sul teatro di genere, in particolare sulla commedia gialla, che incontra il mio favore da sempre, anche se in questo caso il testo vira più sulla farsa classica e sulla commedia americana di parola, con in più un tocco di black comedy. Inoltre il divertente testo di Claudio Insegno, sintetizzato nei suoi elementi chiave, dava a tutti noi la possibilità di scherzare e in qualche modo riflettere sugli affanni della vita di coppia, sulla ricerca di felicità ad ogni costo e sulla superficiale ricerca di una presunta profondità, sentimenti molto contemporanei.
Tutti temi che, uniti alla ricerca di un teatro che non abbia il timore di divertire il pubblico anche in maniera semplice ma senza essere basico, hanno trovato in me e negli attori di Onda Larsen un’assoluta identità di intenti e un grande entusiasmo nello sviscerarli. Dal punto di vista registico ho poi cercato di giocare in maniera personale inserendo nel testo una nostalgia pop che mi appartiene molto e che ho cercato di inculcare negli interpreti più giovani di me.
Mi è sembrato così che l’ambientazione più giusta per questa sorta di bizzarra e un po’ macabra sitcom fosse il passaggio tra i superficiali anni ’80, in cui lavoro, amore e omicidi avevano lo stesso valore nell’inseguimento di un obiettivo, e gli anni ’90, in cui tutto sembrava dover cambiare ma che forse ci traghettarono in un millennio non troppo differente. Tutto questo con l’imperativo categorico di far passare una bella serata e provocare più risate possibili al pubblico, che è già un bel traguardo.