Al festival sul filo del circo "Bianco su bianco" dal regista del cirque du soleil
Venerdì 24 e Sabato 25 luglio (Ore 21.30, Teatro Le Serre, Via Tiziano Lanza, 31. Info e prenotazioni 327.7423350 il Festival Sul Filo del Circo propone "Bianco su Bianco", il nuovo lavoro scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca, già regista della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 (ispirate al circo e ai clown di Fellini) e dello spettacolo del Cirque du Soleil "Corteo".
"Bianco su Bianco" è interpretato da Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen, due attori, due acrobati, due clown che hanno la capacità di dare forma a personaggi carichi di umanità, ingenui, un po' filosofi, elegantemente decadenti, comici e surreali. Si muovono con leggerezza ed estrema destrezza sulla scena. Usano con eleganza minuti dettagli per costruire situazioni tragicomiche.
Lo spettacolo, malgrado la semplicità e l'essenzialità della macchina scenica, riproporrà il mondo della Compagnia Finzi Pasca, un mondo surreale, ferocemente sereno, popolato da storie sempre in equilibrio tra una dolce e nostalgica assurdità. Un teatro che riflette su se stesso, dove gli attori usano il proscenio per dialogare con il pubblico, dove l'illusione e gli artifici vengono alla fine sempre svelati, dove si ride e ci si commuove, dove i clown non incarnano la stupidità, bensì la fragilità degli eroi perdenti.
Lo spettacolo sarà popolato da piccole allucinazioni. Modi per far emergere il Rosso e il Nero che si nascondono dietro il Bianco dell'immaginario dei clowns. La memoria, il ricordo di un quartiere e le certezze che abitano i bambini, contrapposte all'incertezza del ricordo. Mille petali che cadranno dal cielo, tanti petali che coprono i prati, le ferite che lasciano spazio ai sorrisi, che diventano risate liberatorie prima che arrivi un attimo di nostalgia. Lo spettacolo si configura, inoltre, come una riflessione sul teatro stesso. Vengono, infatti, mostrati al pubblico semplici gesti scenici. Il tutto riesce grazie a un abile gioco di luci: le lampadine si accendono e si spengono attraverso un solo gesto degli interpreti e diventano, così, protagoniste della storia. Le luci spente simboleggiano i tanti vuoti di ciascuno di noi: i vuoti non aspettano altro che essere riempiti da emozioni, affetti puri, bianchi e quindi autentici.
"Da bambino mio zio - racconta il regista Daniele Finzi Pasca - mi ha insegnato la passione per la montagna e la montagna mi ha insegnato poi la passione per le sfide, le sfide piccole, quelle che si affrontano passo a passo, appoggiandosi e forzando i propri muscoli, forzando la leggerezza del respirare. Lo zio che mi ha portato la prima volta in vetta a una montagna si chiama Bianco ed era Pulcinella, Pierrot e mio papà allo stesso tempo. Bianco mi ha portato a toccare le nuvole scalando il mio primo ghiacciaio... Si pensava che il bianco fosse un colore speciale, poi si è capito che il bianco è la somma di tutto, purezza per alcuni, lutto per altri, insopportabile ordine per altri ancora, bandiera che si alza proponendo una tregua per quasi tutti. Bianco è quello che vedo quando guardo fuori dai miei occhi in questa notte dove non si riesce a dormire - prosegue Finzi Pasca - Bianco è il profumo di chi mi ha preceduto, Bianco sono i pensieri che occupano gli spazi tra parola e parola. In quegli spazi noi clown andiamo a caccia di funghi, unendo questi spazi noi clown costruiamo il prossimo spettacolo".