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Economia

Tornelli sui mezzi pubblici della Gtt per fermare i 'portoghesi'

Su tutti i mezzi pubblici di Torino potrebbe essere installato un sistema di tornelli che consenta l'ingresso esclusivamente ai passeggeri dotati di biglietto

Il Comune di Torino sta studiando un sistema per fermare il fenomeno - troppo esteso - dei "portoghesi" sui mezzi pubblici. La nuova idea è quella dei tornelli, un sistema già sperimentato in altre città, che permetterebbe l'accesso a pullman e tram solo a chi è effettivamente in possesso del biglietto.

La mozione è stata presentata dal capogruppo di Fli Federica Scanderebech ed ha ricevuto l'approvazione da parte di 23 suoi colleghi (7 i contrari, 3 gli astenuti). "Il problema della sicurezza su pullman e tram, e dei 'furbetti' che sfruttano i servizi pubblici senza pagare il biglietto, è all’ordine del giorno - dice Scanderebech -. La mozione è stata accolta favorevolmente non solo dal Consiglio Comunale ma anche dagli uffici di GTT che inizieranno la prima sperimentazione su una linea extra urbana della città. Ovviamente siamo in un momento in cui si deve tagliare sul trasporto pubblico, quindi si chiede anche  con la mozione che gli esuberi di personale derivante dai tagli venga usato per assistere anziani e cittadini a utilizzare correttamente i tornelli, che devono essere opportunamente accessibili anche dai disabili".

Per il momento si parla di sperimentazione, ma se il sistema dovesse funzionare potrebbe sarebbe una rivoluzione per l'interno parco di mezzi pubblici della Gtt. Quanto alla linea in cui provare i tornelli, che Roma, Bologna, Milano, Brescia, Perugia e Modena hanno già adottato, non è ancora stata scelta. Sicuramente inizialmente ci sarà l'affiancamento di personale qualificato per "abituare" i passeggeri alla novità.

Dovesse funzionare sarebbe un duro colpo verso i furbetti e una vittoria anche per tutti gli onesti che pagano quotidianamente il biglietto. "Questa sperimentazione potrebbe portare un recupero dell’evasione, oltre a essere un utile strumento di monitoraggio del numero delle persone che usano ogni singolo mezzo, e della permanenza temporale sulla medesima; questi dati  - conclude Scanderebech - potrebbero permettere di migliorare anche il servizio”.

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