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Economia

Addio a Sergio Marchionne, chi era l'uomo che salvò la Fiat: è morto a Zurigo

Il ritratto del manager

E' morto oggi, mercoledì 25 luglio 2018, nella clinica universitaria di Zurigo, dove era ricoverato dal 26 giugno per un intervento alla spalla, Sergio Marchionne. Aveva 66 anni.

L'uomo dal maglioncino blu. Ha indossato giacca e cravatta solo in tre occasioni mentre di maglioncini blu a girocollo - tutti uguali - ne aveva un'ampia collezione: almeno 30, assicura chi gli era più vicino. In molti ricorderanno così Sergio Marchionne, l'amministratore di Fiat, diventata nel 2014 Fiat Chrysler Automobilies. Il manager, per 14 anni è stato a capo dell'azienda: gettandosi in un'impresa impossibile, l'ha risanata, trascinandola dall'orlo del fallimento al rilancio. Oggi Fca fattura 140 miliardi e non ha debiti. Una ristrutturazione a livello finanziario, a dir poco eccezionale. 

Un'impresa impossibile

Marchionne entra in campo nel 2004 e parte con il lancio della Grande Punto, varando un piano che prevede investimenti per 10 miliardi, entro il 2008. Nel 2005 con la negoziazione di General Motors, fa una magìa e ricostruisce la ripartenza. Dopo due anni di amministrazione dell'azienda, presenta nel 2006, i conti di Fiat: è la fine dell'emergenza. L'anno successivo, a suggellare la fine della crisi, l'inaugurazione festosa a Torino della nuova 500. Il 2008 e 2009 sono due anni difficili per l'amministratore delegato: dapprima il Lingotto è costretto a chiedere un massiccio ricorso alla cassa integrazione mentre è proprio il 2009 l'anno delle grandi decisioni. Quando cioè viene inglobata la Chrysler e Marchionne, con quell'operazione ottiene "la benedizione" del presidente Barack Obama. In quell'occasione, viene definito dal "Time", che gli dedica una copertina, lo Steve Jobs dell'auto. 

Amore e odio

Amato e idolatrato dall'America, trasversalmente, dal presidente Obama a Trump, Marchionne è stato forse capito meno in Italia. In molti gli hanno puntato il dito contro per non essere riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati sul piano industriale. Guardato talvolta con diffidenza per la sue idee innovative e per aver portato "troppa Fiat" all'estero, Marchionne in realtà non aveva un sentimento anti-italiano. Semplicemente si rendeva conto che ormai era in atto un radicale processo di cambiamento nel mondo del lavoro e l'Italia non stava al passo. Per la Fiat erano necessarie condizioni diverse. 

Lavoro senza sosta

Marchionne è stato capace di scelte impopolari, talvolta dure, ridisegnando completamente le relazioni industriali di Fiat. Come quando nel 2011 ne annunciò l'uscita da Confindustria: una decisione clamorosa visto che proprio l'azienda, all'inizio del secolo scorso, fu uno dei soci fondatori dell'associazione. Ma a muso duro e senza guardare in faccia nessuno, Marchionne ha saputo andare avanti, lavorando anche 60 ore filate, dormendone solo poche per notte, fino - suo malgrado - ad ammettere, appena pochi mesi fa: "Si, sono stanco". Il 26 giugno, alla sua ultima apparizione in pubblico, lo avevano visto stremato, pallido, gonfio. E forse ora, dopo la sua scomparsa, i conti tornano. 

L'uomo

Da giovane era introverso e chiuso, due caratteristiche tipiche di un carattere timido, dedito da sempre agli studi e al lavoro. Ma negli ultimi anni, sebbene la comunicazione non fosse mai stata il suo forte, sembrava più propenso al sorriso, alla battuta e alla chiacchiera. Puntuale, rigoroso e pignolo, Marchionne non metteva comunque soggezione ai suoi interlocutori: informale e capace di una parlata tranquilla tuttavia, chi lo conosce lo ha anche definito un "lunatico". Esigente e deciso ma giusto e assolutamente non ipocrita, il manager di Fca era un innovatore, un po' scomodo e, come diceva lui stesso, anche molto solo per via della sua posizione di comando.

La vita privata

Nato a Chieti nel 1952, Sergio Marchionne imparò la cultura del lavoro in Canada dove si trasferì a soli 14 anni con il papà, maresciallo dei carabinieri. A Toronto si laureò in filosofia, successivamente in legge e dopo frequentò un master in business administration. L'amministratore delegato di Fca, viveva in Svizzera - scelta per la quale è stato da molti criticato - ed è stato sposato molti anni con la moglie Orlandina dalla quale ha avuto due figli: Alessio Giacomo e Jonathan Tyler. Accanto a lui, fino all'ultimo momento, c'è stata Manuela Battezzato, la compagna, dipendente Fiat, che frequentava da diverso tempo.  

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