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Come stanno le imprese nella Torino che cambia: i servizi cresciuti dell’8,3% in 10 anni

Nel settore del turismo, i bed & breakfast e affittacamere in dieci anni hanno raddoppiato la loro consistenza (+102%) mentre le strutture alberghiere diminuiscono del -11,2% lo stock di imprese

Sono 222.538 le attività registrate a Torino e in provincia, con un tasso di crescita positivo (+0,45%), anche se le nuove iscrizioni (12.473) si attestano ai minimi storici. In lieve aumento il tasso di sopravvivenza, superiore a quello delle altre città italiane. Bene le imprese straniere e le artigiane, in calo le femminili e soprattutto le giovanili. Nel 2023 ancora giù commercio e industria tradizionale, in aumento i servizi. Presentati martedì 27 febbraio a Palazzo Birago i dati relativi alla natimortalità imprenditoriale torinese nel 2023, con un focus specifico sui diversi settori economici, sulle categorie di imprese (straniere, femminili, ecc.) e un monitoraggio sull’andamento degli ultimi 10 anni.

"Per il 2023 registriamo un tasso di crescita imprenditoriale ancora positivo, anche se le nuove iscrizioni sono al livello minimo mai registrato negli ultimi 15 anni. Continua la crisi del commercio e la contrazione dell’industria tradizionale, ma si conferma, anche guardando i dati degli ultimi 10 anni, la progressiva virata del tessuto torinese verso i settori dei servizi - commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio Torino –. Preoccupa il marcato calo delle imprese giovanili: ricordo che per chi vuole aprire un’impresa sono numerosi i servizi di consulenza offerti dall’ente camerale, tutti rigorosamente gratuiti".

Caratteristiche imprese torinesi nel 2023

A livello dimensionale, le microimprese – ossia quelle con meno di 10 addetti – rappresentano oltre il 95% del totale. A livello geografico i primi 10 comuni per numero di imprese rappresentano da soli il 15% del totale e tutti, tranne Carmagnola, confermano un tasso di crescita positivo: subito dopo Torino, in testa per numerosità di imprese si attesta Moncalieri con 5.288 unità, seguito da Rivoli (4.178), Pinerolo (3.585). A seguire ancora Collegno, Settimo Torinese, Chieri, Nichelino, Ivrea, Carmagnola e Grugliasco.

Dal punto di vista della natura giuridica, se le imprese individuali, nonostante un forte turn over, si mantengono in lieve aumento, a crescere maggiormente sono le società di capitale, che chiudono il 2023 con un +3,33%, segno di un progressivo irrobustimento del sistema imprenditoriale.

Lievemente in aumento rispetto al 2022 il tasso di sopravvivenza medio a distanza di 3 anni dall’iscrizione (dal 71,4% al 71,8%). Questo dato, sempre crescente negli ultimi 10 anni, è coerente con il consolidamento di forme giuridiche più strutturate, come le società di capitale, che, come accennato sopra, bilanciano il forte ricambio che si verifica invece nelle imprese individuali. Il tasso di sopravvivenza torinese è superiore a quello delle principali città metropolitane: 65,5 a Roma, 70,1 a Milano e 71,2 a Napoli. 

Il territorio torinese sta cambiando ed è passato dall’avere un carattere industriale ad essere orientato verso i servizi con una spinta verso il settore turistico. Si stanno modificando gli elementi che sostengono la crescita del territorio.  

Imprese torinesi, come sono cambiate negli ultimi 10 anni 

Il territorio torinese vive già da tempo un ridimensionamento del proprio tessuto imprenditoriale, con l’eccezione del triennio 2020-2022 quando gli effetti della pandemia hanno prodotto una parziale crescita. Rispetto a dieci anni fa, le imprese registrate hanno subito un decremento del -2,1%, passando dalle 227.208 del 2014 alle attuali 222.538 (-4.670 imprese registrate).

Anche dal punto di vista della natura giuridica alcuni cambiamenti strutturali sono già in atto da diversi anni, con l’aumento in percentuale delle forme più strutturate. Il nucleo delle imprese individuali, nonostante tassi annuali molto elevati di natalità e mortalità, mantiene stabile il suo peso (oltre il 53%). Per le società di capitale, l’unica forma giuridica in “espansione”, l’incidenza sul totale è salita in dieci anni dal 17% al 23%; le società di persone, invece, hanno ridimensionato la propria presenza dal 27% al 21%.

Parallelamente, un’analisi di più ampio periodo sull’andamento dei vari settori evidenzia come alcune tendenze possano considerarsi ormai consolidate, in particolar modo per i settori dell’agricoltura, dell’industria e del commercio che, nell’ultimo decennio, hanno registrato un significativo ridimensionamento del numero di imprese, a fronte di un contestuale progressivo aumento dei servizi (alla persona e alle imprese), cresciuti negli ultimi 10 anni dell’8,3%.

Nell’ambito dei servizi alla persona (+17,5% in 10 anni) è l’istruzione che mostra il miglior trend (+24,1%) - grazie all’aumento dei corsi sportivi e ricreativi e di formazione culturale – affiancata dalle attività creative, artistiche e di intrattenimento, in particolare con le attività di supporto a manifestazioni e spettacoli, e dall’assistenza sanitaria e sociale - con le strutture di assistenza residenziale per anziani e disabili e i servizi di asilo nido.

Ottima anche la performance dei servizi alle imprese, +5,9% negli ultimi 10 anni e in continuo aumento dal 2017 ad oggi. La variazione positiva è sostenuta dai servizi di supporto alle funzioni d’ufficio, fra i quali le organizzazioni di convegni e fiere, dal settore finanziario - con i servizi dei promotori e mediatori finanziari -, dai servizi come imprese di pulizia e cura e manutenzione del paesaggio e dalle attività professionali, in particolare quelle di consulenza.

Nel settore del turismo si registra l’ottimo trend dei bed & breakfast e affittacamere che in dieci anni raddoppiano la loro consistenza (+102%) a discapito delle strutture alberghiere che diminuiscono del -11,2% lo stock di imprese.
 

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Andamento dei settori nel 2023

Nel 2023 l’andamento delle attività economiche mostra trend disomogenei: crescono i servizi (sia quelli alle imprese sia quelli alle persone) e le attività edili, mentre diminuiscono i restanti settori di attività, come il commercio, l’industria e l’agricoltura. Esattamente la dinamica registrata negli ultimi 10 anni.
 
SERVIZI PREVALENTEMENTE ORIENTATI ALLE IMPRESE (+0,7%; IL 26,7%)
Terzo anno consecutivo di crescita (+0,7%) per quello che è diventato recentemente il primo settore per consistenza imprenditoriale nella città metropolitana di Torino, con 59.400 imprese. Se il settore più rilevante, quello delle attività immobiliari, ha subito un lieve calo, crescono invece varie attività professionali e di supporto all’impresa: la consulenza imprenditoriale e amministrativo-gestionale, le agenzie pubblicitarie e i consulenti professionali, i servizi di richiesta certificati e disbrigo pratiche, le imprese di pulizia, i servizi finanziari delle società di partecipazione e dei promotori e mediatori, la produzione di software e i servizi di elaborazione dati e hosting. Calano invece le attività delle agenzie di viaggio e in generale tutto il settore dei trasporti e magazzinaggio dove diminuiscono sia i trasporti di merci su strada, sia i servizi postali e le attività di corriere.
 
COMMERCIO (-1,4%; IL 23,7%)
Il commercio, secondo settore per consistenza, chiude l’anno 2023 ancora con una diminuzione (-1,4%) attestandosi a 52.805 attività (il 23,7% del totale). A crescere sostanzialmente solo il commercio di autoveicoli e la loro manutenzione/riparazione e il commercio on-line che con 1.520 imprese registra un +9,1%. In flessione invece tutti gli altri comparti, in primis il commercio ambulante (-3,5%) e il commercio al dettaglio in sede fissa (-2,9%). Scendono anche il commercio all’ingrosso e più lievemente gli intermediari del commercio.
 
Guardando in dettaglio il commercio in sede fissa, la flessione più marcata si registra tra gli articoli culturali e ricreativi, dove la crisi ha colpito sia le edicole (-10,0%) e le cartolerie (-5,4%), sia i negozi di articoli sportivi (-1,9%). Calano anche i negozi di articoli di abbigliamento (-3,9%) e di calzature (-7,4%). Nei prodotti alimentari la flessione più marcata si registra nelle panetterie/pasticcerie (-6,7%), nelle macellerie (-2,6%) e nei negozi di frutta e verdura (-1,9%). Calano anche ferramenta (-5,2%) e negozi di mobili (-3,4%) e di utensili per la casa (-4,7%). Incremento delle farmacie (+3,6%), mentre i fiorai - che nel 2022 avevano segnato un aumento - nel 2023 registrano un calo del -4,9%; stabile il commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia.
 
Si contrae però anche la GDO, con un lieve calo dei minimercati (-0,5%) e uno maggiore per Iper/Supermercati (-2,6%). Tra il commercio ambulante lieve aumento solo dei banchi di frutta e verdura (+0,8%), stabili quelli di pesce, calano invece tutte le altre tipologie di prodotto: carne, abbigliamento, fiori, bigiotteria e articoli casalinghi.
 
COSTRUZIONI (+1,0%, IL 15,8%)
Per il quarto anno consecutivo cresce il settore delle costruzioni raggiungendo le 35.118 unità (+1%). Aumentano soprattutto le imprese di posa in opera di infissi, di vetri e quelle di tinteggiatura. Decrescono le attività di costruzione edifici e quelle di ingegneria civile. 
  
INDUSTRIA (-1,7%; L’8,8%)
Si riduce ancora nel 2023 l’industria manifatturiera, con un -1,7% e un totale di 19.601 imprese.
Il settore in maggiore sofferenza è quello dei mezzi di trasporto che complessivamente è in calo del -4,4%, e al suo interno registra la contrazione nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi e di altri mezzi di trasporto. In diminuzione anche l’industria delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, della carta e stampa e della metallurgia e dei prodotti in metallo. Meno severe le contrazioni registrate nel settore della gomma e materie plastiche, della meccanica e dell’industria alimentare. Stabili le industrie tessili e le attività di riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature, mentre sono in aumento quelle legate ai prodotti chimici e farmaceutici, in particolar modo nel settore dei profumi e della cosmesi.
 
ISTRUZIONE, SANITÀ E SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI (+1,1%; IL 7,7%)
È il settore che nel 2023 ha registrato la migliore performance, con 17.124 imprese registrate e un +1,1%. Crescono le attività sportive e di tempo libero, la gestione di impianti sportivi, dei club, mentre diminuiscono palestre e discoteche. Buona anche la performance dell’istruzione dove crescono i corsi sportivi e ricreativi, quelli di formazione culturale e quelli di formazione e di aggiornamento professionale. Dal punto di vista dell’assistenza sanitaria e sociale si amplia la presenza degli studi odontoiatrici, degli studi medici specialistici e degli altri servizi di assistenza sanitaria, che includono le attività di fisioterapia, quelle paramediche e i laboratori di analisi cliniche. Diminuiscono, invece, i servizi di assistenza sociale sia non residenziale sia residenziale. Continua la crescita dei centri estetici, diminuiscono invece i parrucchieri e le lavanderie. Incrementano le pompe funebri, gli studi di tatuaggi e piercing, i servizi di cura degli animali da compagnia e i servizi di organizzazione feste e cerimonie. Continua infine la crescita delle attività di sgombero cantine e solai.

SERVIZI DI ALLOGGIO E RISTORAZIONE (-0,9%; IL 6,9%)
Diminuiscono per il terzo anno consecutivo le imprese del turismo che con un -0,9% si attestano a 15.358. La flessione è imputabile in particolare ai bar che passano dai 5.767 del 2022 ai 5.593 del 2023 (-3,0%). Dal 2014 ad oggi, il torinese ha perso 1.150 bar ed esercizi assimilati. Per il secondo anno consecutivo i ristoranti (5.969) superano numericamente i bar e continuano a crescere (+0,6%). In flessione, dopo anni di incremento, i take-away (-1,3%). Ottimo invece il trend dei servizi di alloggio (+3,4%), dove si registra il boom dei bed & breakfast e affittacamere (+10%) - che passano da 300 a 330 unità – mentre sono in lieve flessione gli alberghi (475; -0,4%).
 
AGRICOLTURA (-1,9%; IL 5,1%)
Continua la flessione del settore agricolo che nel 2023 registra un -1,9%. Diminuiscono tutte e due le attività più rappresentative del comparto, la coltivazione di cereali e l’allevamento di animali, soprattutto di bovini da latte, mentre tengono quelle di coltivazione ortaggi. In crescita l’apicoltura.
 
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