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Economia Caselle Torinese

Il futuro di Alitalia a Caselle è una questione di soldi, l'alternativa è il low cost

Il nuovo amministratore delegato di Alitalia è pronto a valutare le offerte per rimanere al "Sandro Pertini". La Sagat sta lavorando in parallelo per trovare alternative tra le compagnie aeree low cost che già conoscono i numeri dello scalo

E' tutta una questione di soldi. Gli aeroporti italiani sono un grosso business: dietro al servizio offerto infatti si celano offerte e controproposte, investimenti e sovvenzioni che tante volte rischiano di passare in secondo piano. E invece queste sono proprio alla base di tutto il funzionamento del sistema.

Parliamo dello scalo torinese di Caselle. Il "Sandro Pertini" in pochi anni è sceso dal nono al quattordicesimo porto tra gli aeroporti italiani, è stato classificato come "di serie B" e ha cambiato la società azionista di maggioranza dando vita, di fatto, ad un nuovo corso. La crescita effettivamente c'è stata, sono aumentati i passeggeri in modo sensibile, con numeri che segnano un nuovo record quasi ogni mese. Tutto bene fino a qui, almeno fino alla riorganizzazione annunciata da Alitalia con il nuovo socio Etihad Airways.

Ora il rischio è che si torni indietro, nonostante le smentite da parte di Sagat (la società che gestisce lo scalo torinese). Le alternative ai voli Alitalia esistono, così come la trattativa con la stessa compagnia italiana affinché non cancelli proprio tutti i voli ma ne mantenga alcuni. Trattative che però sono onerose. Le compagnie aeree devono infatti essere stimolate a puntare su Caselle e per far ciò non bastano i numeri, seppur eccellenti. Servono proposte economiche concrete e, in alcuni casi, molto care. Alitalia potrebbe sì restare in parte anche nel torinese, ma - a detta del nuovo amministratore delegato Silvano Cassano - questo avverrà solamente in caso di proposte economiche allettanti.

Intanto si sta cercando di correre ai ripari con le compagnie low cost. Volotea, Meridiana, Klm, Vueling e Ryan Air potrebbero vedere nelle lacune lasciate da Alitalia una nuova possibilità di investimento. Per convincere queste compagnie però non ci sono tanti soldi sul tavolo: la Regione infatti continua sulla strada intrapresa ed esclude sovvenzioni dirette.

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