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Economia Centro / Piazza Castello

In Piemonte persi 88 mila posti di lavoro negli ultimi sei anni

Dal 2008 al 2014 in Piemonte hanno perso il posto di lavoro quasi 90 mila persone, mentre sono cresciute di 226 mila unità quelle in cerca di un’occupazione. Il tasso di disoccupazione supera l’11 per cento

Investimenti, sviluppo della green economy, formazione e interventi per rilanciare le agenzie per l'impiego sono alcune delle richieste che i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Alberto Tomasso, Alessio Ferraris e Gianni Cortese, hanno presentato al presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino nel corso di un'iniziativa che ha previsto anche un presidio di un migliaio di lavoratori e pensionati davanti al palazzo della Regione in Piazza Castello. I sindacati hanno ricordato come il Piemonte non si sia ancora rialzato dalla grave crisi che lo ha colpito in questi anni.

Tra il 2008 e il 2014, è stato sottolineato, gli occupati in Piemonte sono scesi di 88 mila unità e le persone in cerca di occupazione sono cresciute di 126 mila unità. Il tasso di disoccupazione, nel 2014, era all'11,3% a fronte di una media del Nord-Italia dell'8,6%. Nel secondo trimestre del 2015 si è registrato un miglioramento, poiché la disoccupazione è scesa al 10,2%, ma è necessario ricordare che rispetto al 2007 è superiore del 220%. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) rappresenta una delle note più dolenti. Nel 2014 si è attestato al 42,2% ed ha raggiunto il 49,9% in provincia di Torino, il 50,3% in provincia di Novara ed il 46% in provincia di Biella, a fronte di una media delle regioni del Nord Italia del 32,7%.

Le persone in cerca di lavoro nel 2014 erano 226 mila, di queste ben 104 mila avevano una scolarità molto bassa (senza titolo, scuola elementare, licenza media), 112 mila avevano meno di 35 anni e 97 mila erano nella fascia d'età tra i 35 e i 54, quindi ancora lontani dal raggiungimento dei requisiti pensionistici. La povertà relativa e quella assoluta, collegate alla perdita del lavoro e all'esaurimento degli ammortizzatori sociali, sono cresciute notevolmente e sono circa 30mila i lavoratori che, nei prossimi mesi, rischieranno di trovarsi senza alcun reddito, per la perdita del posto di lavoro, l'esaurimento degli ammortizzatori sociali e per l'impossibilità di agganciare il traguardo della pensione.Per assorbire temporaneamente almeno una parte delle migliaia di persone disoccupate e senza ammortizzatori, sarebbe necessario utilizzare i Fondi Europei (FSE, FESR, FSR) per favorire progetti di lavoro, predisposti dagli Enti Locali negli ambiti di maggiore urgenza (dissesto idro-geologico, recupero dell'edilizia pubblica e risparmio energetico, cura dell'ambiente).

Nel documento consegnato dai sindacati al presidente della Regione si sottolinea la necessità di investimenti pubblici e privati su ricerca e innovazione nella sanità e biotecnologie, risparmio energetico, assetto idro-geologico, bonifiche ambientali, trasporti e logistica, reti digitali. In tal modo, si potrebbe realizzare un volano importante per la ripresa dell'economia e dell'occupazione. Un'altra ipotesi concreta è lavorare sulla "green economy" pensata come opportunità trasversale per tutti i settori produttivi.

"Investire nel volto ‘verde’ della nostra economia - hanno detto i sindacati - vuol dire adoperarsi per creare un contesto produttivo più competitivo ed innovativo, con conseguenze positive sull'occupazione e sulla qualità ambientale". In sintesi, hanno concluso i sindacati, è necessario "un progetto che unisca tutte le azioni, finalizzandole alla competitività del "Sistema Piemonte", attraverso la realizzazione di un confronto permanente tra Istituzioni e forze sociali, determinanti per un effetto moltiplicatore delle risorse investite".

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