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Edilizia in ginocchio: "Non si vedono segnali di ripresa in Piemonte"

Il settore è in crisi e il presidente del Collegio Costruttori di Torino, Alessandro Cherio che lancia un appello alle forze politiche che si candidano per governare il Paese

Il comparto edilizio in Piemonte è in ginocchio e non ci sono segnali di ripresa. "E' un ferito grave dopo un incidente stradale: se passando non vi fermate a prestare aiuto, é omissione di soccorso", dice il presidente del Collegio Costruttori di Torino, Alessandro Cherio che lancia un appello alle forze politiche che si candidano per governare il Paese.

Termometro del comparto sono i lavori pubblici: i bandi pubblicati nel 2012 sono stati pari a circa 343 milioni di euro, proseguendo un trend in continua riduzione, ben oltre il 40% rispetto al 2009. Anche il mercato si sta fermando: a Torino e provincia le transazioni sono state meno di 5.000 nel secondo semestre 2012, quasi il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011, e il dato sui permessi di costruire mostra una riduzione su base annua del 36% della superficie utile.

La crisi si manifesta anche nei dati sull'occupazione: nel 2012 le ore di cassa integrazione sono state complessivamente 2.591.521, con un incremento del 138% dal 2009 al 2012. Per il primo semestre 2013 non si prevedono miglioramenti: nessuna impresa ha intenzione di assumere e il 60% prevede una riduzione di occupazione (era il 30% nel primo semestre dello scorso anno), il 65% si attende una riduzione di fatturato (43% nel primo semestre 2012), oltre il 70% non intende investire e i mesi di lavoro assicurati sono in media 10 per i lavori privati (contro i 13 del I semestre 2012) e 5 per i lavori pubblici.

Per il Collegio Costruttori con l'introduzione dell'Imu, che ha portato l'aliquota dall'1 per mille al 5,75 per mille, e con la revisione del 60% delle rendite catastali, le aziende edili torinesi subiscono una tassazione di quasi 10 volte superiore sugli edifici ad affitto concordato rispetto a quanto accadeva con l'Ici. "La crisi - ha sottolineato Cherio - ha congelato il settore, le imprese si stanno contraendo per numero e dimensione, sempre meno prevedono possibili sviluppi e la spinta di speranza che le ha sostenute fino ad oggi si sta esaurendo. Molteplici sono le ragioni di questo tracollo: le difficoltà nell'accesso al credito, sia per le imprese di costruzione sia per i loro clienti, in particolare per le famiglie, che non riescono più ad ottenere il mutuo per la casa; decenni di finanza pubblica fuori controllo, che hanno portato alla crisi del debito pubblico; una fiscalità assurdamente punitiva ed una normativa intricata e contraddittoria che allunga i tempi dell'investimento immobiliare e ne incrementa l'incertezza". Tra le iniziative proposte dall'Ance al prossimo governo, Cherio ha ricordato l'abolizione dell'Imu sul magazzino d'impresa.
(ANSA)

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