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Cronaca Barriera di Milano / Corso Giulio Cesare

“Suo figlio ha avuto un incidente, la cauzione è di 20mila euro”, ma la vittima non cade nella trappola del truffatore

Preso un 43enne sospettato di aver commesso decine di truffe

I carabinieri della Stazione Torino La Falchera hanno arrestato un 43enne di Napoli che ha tentato di truffare una donna di 83 anni. È accaduti giovedì mattina 14 febbraio a Torino, in Corso Giulio Cesare.

Insieme a un complice, ha fatto credere alla vittima che il figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale, richiedendo per il suo rilascio una cauzione di 20mila euro.

La truffa era stata costruita ad hoc con una telefonata di un finto maresciallo, poi un altrettanto finto avvocato si è presentato a casa della vittima che, però, ha prima avvisato i carabinieri. I militari si sono nascosti in casa e hanno atteso l’arrivo del sedicente avvocato per il ritiro del denaro, in realtà il 43enne che è sospettato di aver commesso decine di truffe.

L'uomo ha dichiarato ai carabinieri di essere stato reclutato da un’organizzazione criminale specializzata nelle truffe su tutto il territorio nazionale.

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“Attenti perché i truffatori stanno assumendo nuove sembianze: quelle dei Carabinieri o avvocati. Tre, in particolare, gli stratagemmi utilizzati. Anche se, all’occasione, i copioni possono essere modificati con estrema rapidità”.

  1. Il primo e più efficace è quello della richiesta di una cauzione per il rilascio di un parente arrestato. Una telefonata a casa di un anziano avvisa che il figlio o il nipote sono finiti in manette e che servono soldi per ottenere la liberazione. La richiesta può essere di poche centinaia di euro come di migliaia. “Il nostro ordinamento non prevede cauzioni per il rilascio di un arrestato. Ma l’influenza di film e telefilm americani genera spesso il fraintendimento”.
  2. Il secondo stratagemma è quello di dover controllare soldi che potrebbero essere falsi. Alla porta si presenta un finto Carabiniere, spesso con cappellino o distintivo contraffatto, e chiede di entrare.
  3. La terza scusa per farsi aprire la porta di casa: un uomo bussa alla porta dicendo di dover controllare la presenza di latitanti o ladri che potrebbero essere nascosti nell’appartamento. Una volta dentro ecco la richiesta di farsi mostrare soldi e gioielli. A quel punto basta una distrazione e la truffa va a segno.
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